Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
Advertisement
  • Don Azzolino Chiappini

    Tre incontri al Centro «La Torre» di Losone con mons. Azzolino Chiappini

    di Laura Quadri

    Un ciclo di incontri a partire dai 1700 anni del Credo niceno-costantinopolitano. È la proposta della Rete pastorale «Madonna della Fontana » e della comunità di Losone, che per l‘occasione hanno invitato, quale relatore, mons. Azzolino Chiappini, intervenuto al Centro «La Torre » mercoledì scorso, 29 gennaio, per il primo incontro.

    Il Concilio di Nicea

    «Il Concilio di Nicea, nel contesto del quale viene formulato il Credo, viene eccezionalmente convocato da un’autorità politica, l’Imperatore Costantino: le divisioni nelle Chiese, che il Concilio avrebbe dovuto risolvere, creavano infatti anche dei disordini politici. Le prime comunità non erano concordi, ad esempio, sulla data in cui andasse celebrata la Pasqua. Fu di fatto il Concilio di Nicea a stabilirla per la prima domenica dopo l’inizio della primavera».

    La formulazione del Credo, inoltre, avviene circa 200 anni dopo l’annuncio del Vangelo. Negli anni intercorsi, «alcune eresie mettono alla prova la Chiesa, ad esempio la posizione di quei gruppi cristiani che non riconoscevano l’umanità di Gesù. Come pensare che quell’uomo crocifisso fosse Dio? Ma è vero anche il contrario: ai tempi del Concilio di Nicea si diffonde l’eresia ariana, la quale sosteneva che la natura di Gesù inizialmente non fosse divina. Sebbene il Credo dichiari Cristo “vero Dio e vero uomo”, questa tensione continuerà. L’arte lo dimostra: mentre nel primo millennio domina l’attenzione alla divinità di Cristo – pensiamo allo stile delle icone –, a partire dal 1200 la Chiesa torna a mettere l’accento sull’umanità di Cristo; è l’esperienza di S.Francesco, autore del presepe di Greccio. Ma pensiamo anche la Crocifissione di Matthias Grünewald, a Colmar: vi scorgiamo un Cristo contorto dai dolori, che non ha nulla di divino».

    Le radici nel Battesimo

    Infine, bisogna ricordare che «una prima professione di fede era preesistente il Credo di Nicea: veniva già formulata dai catecumeni al momento del battesimo. Immergendolo, si chiedeva al battezzando, appunto, se credeva nel Padre, poi nel Figlio e infine nello Spirito. Proprio le prime tre dichiarazioni di fede del Credo. Notiamo però un dettaglio: il Credo ci invita a dire che crediamo “in” qualcuno, mentre nella seconda parte prosegue indicandoci di credere nella consistenza di una realtà: credere “la Chiesa”, “la risurrezione”. “Credere in” è un’espressione forte: etimologicamente, in latino, implica un atto di fiducia, di affidamento. Pronunciare il Credo è dunque affidarsi a Qualcuno, atto per questo essenziale per la nostra vita interiore».

    Il ciclo di incontri proseguirà il 26 febbraio e il 30 aprile, sempre al Centro «La Torre» di Losone, alle ore 20.00, con mons. Azzolino Chiappini.

    News correlate

    Crescere nell’epoca della “generazione ansiosa”: un dialogo aperto a Lugano

    Martedì 9 settembre all’Auditorium USI di Lugano il Centro Culturale della Svizzera Italiana propone un incontro dedicato a genitori ed educatori: il libro di Jonathan Haidt sulla “generazione ansiosa” apre un confronto sul rapporto tra giovani, smartphone e salute mentale.

    Da Francesco a Francesco: due uomini, un solo Vangelo

    Mercoledì 14 maggio alle 18.00 a Locarno, Fra Mauro Jöhri rifletterà sul legame tra san Francesco d’Assisi e papa Francesco. Un viaggio spirituale nella semplicità evangelica, tra storia e attualità, proposto da un grande conoscitore del Poverello.

    La Diocesi di Lugano invita i giornalisti al Giubileo della Comunicazione

    Il 21 maggio il Giubileo della Comunicazione a Lugano, occasione d'incontro e riflessione per giornalisti con Mons. Alain de Raemy. Prevista preghiera e Santa Messa in Cattedrale; iscrizioni entro il 17 maggio.

    Donne e Chiesa: «La presenza c’è, ma ci vuole più ascolto»

    Al Centro Cittadella di Lugano, venerdì 11 aprile, un laboratorio ha esplorato il ruolo delle donne nella Chiesa. Le relatrici, teologhe e giornaliste, hanno evidenziato la necessità di ascoltare e valorizzare le voci femminili, promuovendo competenza, presenza accademica e confronto nella formazione.

    Adozioni internazionali a rischio: quale futuro? Incontro con Federico Pichetto, l’8 marzo, a Massagno

    Il Consiglio federale, nella seduta del 29 gennaio, ha proposto di porre fine alle adozioni internazionali, cioè vorrebbe impedirebbe alle famiglie svizzere di esercitare un diritto naturale e un gesto di solidarietà carico di valori umani.

    Speranza cristiana: un dibattito a Lugano con mons. Alain de Raemy

    Il Centro Culturale della Svizzera Italiana, in collaborazione con la Diocesi di Lugano, promuove un incontro di riflessione sulla speranza che si terrà martedì 25 febbraio, alle 20.45, al Palazzo dei Congressi di Lugano e vedrà la partecipazione di mons. Alain de Raemy e di don Paolo Prosperi.

    News più lette