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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Il ticinese Dennis Pellegrini in mezzo ad alcuni bambini africani durante uno dei suoi viaggi di volontariato

    Volontariato all’estero: i giovani dai sogni rinviati

    di Corinne Zauug

    La pandemia con le sue molteplici conseguenze ha costretto anche molti ragazzi a cambiare i propri sogni. Sogni di bene, di altruismo,di un periodo della propria vita donato a chi ha meno. Non tanto per una vacanza, ma per mettere al servizio di altri il proprio tempo, i propri talenti e quanto gratuitamente hanno ricevuto, semplicemente nascendo in un Paese come il nostro, ai vertici della classifica dei più ricchi al mondo.

    Ora, da un anno a questa parte, il coronavirus ha costretto a mettere in stand by anche questo tipo di scelta. Ad esempio, lo scorso anno il percorso già avviato dalla Conferenza Missionaria della Svizzera italiana (CMSI) con una quindicina di giovani pronti a partire, ha dovuto essere interrotto e le partenze nella grande maggioranza dei casi, rimandate. Così è stato per diversi ragazzi che sognavano di andare in Brasile, in Madagascar, ma anche nella vicina Italia. Così è stato per il campo previsto a Scampia per il 2020 e così sarà – la decisone è stata presa solo qualche giorno fa – per il campo che la CMSI avrebbe voluto organizzare a Beirut, in Libano. Troppe incognite, troppi rischi. Troppo pericoloso andare in Paesi già infragiliti per mille motivi, e ora in balia anche di un virus dall’andamento imprevedibile come il Covid-19.

    Una decisione certamente non facile da «mandar giù», in un’età che fatica a fare i conti con i limiti che vengono imposti dall’esterno. Ma anche un’occasione, spiega Mauro Clerici della CSMI, per fermarsi a riflettere, per ascoltarsi e cercare di comprendere che non sempre «lontano» è meglio. Molte sono infatti le occasione di fare volontariato anche a «chilometro zero». E il suo pensiero va al «Tavolino magico», per esempio, o al servizio in favore degli anziani o ancora a corsi di italiano per i richiedenti d’asilo. «Purtroppo – aggiunge Mauro – questi servizi sono considerati “minori”. Ma sono altrettanto utili dei “grandi viaggi” per dare una mano a chi ha bisogno, per capire qualcosa della propria vita e della meta verso la quale vogliamo condurla».

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