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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Como città

    A Como la rete «Fratelli tutti» perché nessuno resti più solo

    Non è una nuova associazione né un nuovo ente né un tavolo di coordinamento: non ha un direttivo, non vuole sostituirsi alle realtà sociali già presenti sul territorio né tanto meno dirigerle. Como Città Fratelli Tutti è una iniziativa civica particolarmente originale, avviata qualche mese fa nella città lariana, che mira a favorire l’edificazione del legame sociale, a costruire una città inclusiva e fraterna capace di non lasciare indietro nessuno. Di questa iniziativa, che può essere agevolmente replicata in altre città, dialoga con Catholica e catt.ch uno dei promotori, Mauro Magatti, comasco, docente di sociologia all’università Cattolica di Milano, direttore del Centre for the Anthropology of Religion and Cultural Change e segretario delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.

    Professor Magatti, quali riflessioni hanno dato origine a questa iniziativa?

    «Ormai da tempo nei Paesi europei il legame sociale si va frantumando e nessuno, per quanto si sforzi, è in grado di dire con certezza quale sia la strada giusta da percorrere per ricostruirlo. In questa cornice si è inserita la pandemia che ha provocato due fenomeni: da un lato il rapido diffondersi di incertezza e precarietà e un significativo aggravamento delle forme di povertà. Dall’altro lato, però, anche un nuovo senso di responsabilità verso la comunità cui si appartiene, la disponibilità a offrire agli altri le proprie capacità migliori, la consapevolezza che si è tutti sulla stessa barca e che non ci si salva da soli ma insieme. In questo contesto sociale ha inoltre cominciato a lavorare, come seme buono, l’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, che con i suoi princìpi disegna un modo nuovo – fraterno – di vivere insieme. Riflettendo su ognuno di questi fenomeni è nato l’esperimento Como Città Fratelli Tutti ».

    Come si articola questo esperimento che poggia su due perni, il digitale e la comunicazione?

    «Il perno digitale è la piattaforma denominata Shaps: sviluppata da Kpmg, una multinazionale che fornisce servizi professionali alle imprese, è stata messa gratuitamente a disposizione di Como Città Fratelli Tutti da Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale), Fondazione istituita dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), che ne ha la licenza d’uso. Su questa piattaforma si possono registrare gratuitamente sia associazioni operanti in campo sociale, le quali segnalano via via i bisogni delle persone che vivono situazioni di fragilità, sia i molti, singoli cittadini desiderosi di mettere a disposizione della comunità competenze specifiche, beni materiali o semplicemente il proprio tempo libero. Si viene dunque a creare un circuito virtuoso all’interno del quale vengono incrociate le disponibilità dei cittadini con le richieste di sostegno e aiuto. Il secondo perno è la comunicazione: attraverso la narrazione di singole storie e la realizzazione di video vogliamo raccontare la città che si prende cura di tutti, con l’obiettivo di incoraggiare e rafforzare il senso di appartenenza alla città e quei legami buoni che costituiscono la struttura su cui poggia ogni comunità coesa».

    Quali sono i punti di forza che rendono promettente questo progetto?

    «Como Città Fratelli Tutti non è certo l’unico esperimento avviato in Europa per edificare città più inclusive e solidali e cercare di ricostruire il legame sociale. Ritengo che il nostro possegga due punti di forza che lo rendono particolarmente interessante e promettente. Il primo è il digitale: è impossibile nel nostro tempo non tenerne conto e farne a meno. Como Città Fratelli Tutti si propone di coniugarlo con la solidarietà, e questa è una sfida inedita. Il secondo punto di forza è costituito proprio dall’aver provato a mescolare ingredienti diversi: l’enciclica del Papa, il digitale, il desiderio delle persone di spendersi per gli altri, le associazioni già presenti sul territorio. Per costruire un futuro migliore bisogna anche essere creativi e tentare soluzioni nuove sperimentando l’unione di ingredienti diversi. Siamo soddisfatti poiché sino ad oggi hanno già aderito a Como Città Fratelli Tutti 80 realtà comasche e un buon numero di singole persone (oltre 600). Inoltre alcune città hanno manifestato il desiderio di replicare l’esperimento».

    Como Città Fratelli Tutti è anche felice espressione della dedizione e delle riuscite alleanze che i cattolici sanno costruire per il bene delle comunità.

    «Certamente. Questa iniziativa cittadina non è classificabile come religiosa, è di tutti. Ciò che conta non è etichettare come cattolica un’iniziativa, ma essere cattolici aperti che hanno qualcosa di buono da offrire, che sanno costruire alleanze e lavorare con quanti hanno a cuore il bene delle comunità. I cattolici non devono restare chiusi nei loro rassicuranti orticelli: non appartengono a una setta ma alla Chiesa. La Chiesa non si prende cura solo dei suoi e non si rivolge solo ai suoi».

    di Cristina Uguccioni 

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