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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
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  • Papa Francesco con alcuni giovani COMMENTO

    Al Sinodo, i buuuh e gli applausi dei giovani

    Ho seguito come giornalista gli ultimi cinque sinodi dei vescovi, compreso l’ultimo, appena terminato, sui giovani, realizzando servizi per Strada Regina e per Chiese in diretta. Ogni volta i giornalisti si chiedono: dove sta la notizia? Che cosa cambierà? Si chiedono anche come è andato il dibattito, se ci sono state discussioni accese e su quali punti. Alla fine molti giornalisti, pur di uscire con un “pezzo”, devono enfatizzare qualche punto per fare notizia, ma è raro che le enfatizzazioni corrispondano a un reale dibattito sinodale. Forse anche perché, malgrado la volontà di trasparenza e di dialogo ampio di Papa Francesco, che vuole il sinodo come “spazio protetto” in cui parlarsi liberamente, i sinodali non dicono proprio tutto quello che pensano. Forse non possono, o non vogliono, o non ne sono capaci. Non so. Qualche nodo arriva al pettine solo nelle votazioni finali, ammesso che il testo contenga punti controversi. Perché forse quelli veramente da discutere non solo non appaiono in nessuno paragrafo del testo finale, ma non sono neanche evocati in aula. Così mi sono chiesto: ma a che cosa è servito questo sinodo “sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale”? Certo i 34 giovani presenti al sinodo hanno aiutato i vescovi a immergersi in un bagno di realismo e umiltà. Se è vero ad esempio che accompagnavano gli interventi dei padri con applausi di approvazione o buuuh di disapprovazione, a seconda delle circostanze. Per un vescovo (ma neanche per me!) non è facile accettare di essere fischiato! Così ai miei intervistati, che ritrovate nella puntata di Strada Regina di questo 3 novembre 2018, ho posto le domande più semplici, sui grandi temi che mi sembravano emergere: la novità, l’affettività, la vocazione, l’incontro con Cristo… Da una parte sono contento delle risposte, perché corrispondono a quanto di più avanzato già si stava dicendo in questi anni. Dall’altra, appunto, sono deluso perché mi accorgo che c’è poco di realmente nuovo. Per cui potremmo domandarci: a che cosa serviva un sinodo sui giovani, se non ci sono reali passi avanti? Sono preoccupato dal fatto che i grandi messaggi emersi al sinodo siano noti da decenni, ma – mi dicono gli intervistati – non sono ancora passati nella vita della Chiesa. Forse ripeterli servirà a qualcosa. Nel contempo, il fatto che il sinodo non mi abbia sorpreso, mi dice anche che le soluzioni magiche non esistono, e che se non le abbiamo trovate sin qui, significa che la soluzione è veramente qualcosa che nasce e cresce con grande umiltà e lentezza, senza effetti speciali. Eppure i nodi da sciogliere rimangono. Non discuterli, non ne diminuisce la gravità. Se si parla ad esempio di giovani e affettività, giovani e riti cristiani, giovani e vocazione ai ministeri (con celibato obbligatorio incluso), scopriamo che il Sinodo ha detto poco di nuovo. Chi oserà anche solo toccare questi nodi? Forse nemmeno Papa Francesco, ostaggio di potenti lobby americane che condizionano il suo pontificato. Siccome non possono attaccarlo sui poveri e la giustizia (“Laudato si’”), lo attaccano sui temi morali. E ogni passo avanti è la scusa buona per minacciare lo scisma. La situazione non è facile. Forse allora, il maggior risultato del sinodo è il sinodo stesso, cioè il fatto che la Chiesa cattolica impari di più e meglio a gestire una dinamica interna di condivisione vera, e i giovani sicuramene, così sinceri e diretti, sono stati un bel trucco di Papa Francesco, difficile da addomesticare, complice internet. Come questo possa diventare pratica più quotidiana nella vita della chiesa, solo Dio lo sa. Ma intanto, importante è parlarne. Per cui guardiamoci Strada Regina, questo sabato. Parliamo questa volta direttamente ai giovani, nella speranza che il servizio sia usato ad esempio nei gruppi giovanili e nelle scuole, per un confronto aperto. E vi annuncio già che tra due settimane avremo una seconda puntata, dedicata questa volta più agli educatori adulti. Buona visione! di Italo Molinaro

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