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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
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  • I ragazzi che ieri hanno ricevuto la Cresima a Verscio, durante la celebrazione presieduta dal Cardinale

    #Synod2018, il card. Nycz, a Verscio per le Cresime di 15 ragazzi: “Fare delle riflessioni del Sinodo occasione di umanizzazione”

    Si è svolta ieri mattina con il concorso di tutta la comunità parrocchiale, la Santa Messa per la festa di San Fedele, patrono della parrocchia di Verscio, durante la quale è anche stato conferito il Sacramento della Confermazione a ben 15 ragazzi. La Santa Messa, per l’occasione, è stata presieduta da Kazimierz Nycz, cardinale metropolita di Varsavia, invitato dal suo amico di lunga data, il parroco di Verscio don Ceslao Sutor. “Negli anni Ottanta – ha ricordato Sua Eminenza in un momento convivale dopo la Santa Messa – il rettore della Facoltà teologica di Cracovia era un sacerdote che aveva studiato con mons. Corecco; tra il Ticino e la Polonia è così nata quasi spontaneamente una collaborazione accademica, a cui ha fatto seguito una collaborazione pastorale, con l’invio dei primi sacerdoti polacchi in Ticino. Io, che allora ero Vescovo ausiliare, ho partecipato agli inizi di questo contatto e nel 1989 sono venuto per la prima volta in Ticino, nella parrocchia di don Ceslao di allora, Russo, in Val Onsernone. In questi giorni è stato bello ritornare su quei luoghi”.

    Durante l’omelia, il cardinale ha invece rievocato l’importanza del sostegno della comunità per i giovani che ricevono la Cresima, grazie alle parole di San Giovanni Paolo II, proferite nel giugno del 1984 in occasione della sua visita in Svizzera: “La Chiesa deve essere una comunità fraterna nella quale è possibile rifarsi le forze, mettere in comune le proprie gioie e le proprie preoccupazioni, unirsi nella fede e nella preghiera, celebrare insieme nell’Eucaristia il sacrificio della croce e la presenza reale e misteriosa del Cristo risorto, nutrirsi di lui e del suo Spirito”. Il Papa proseguiva: “Sì, cari giovani, animati dallo Spirito di Cristo, cercate la profondità in un mondo nel quale tutto vi invita a vivere da consumatori superficiali, mettetevi insieme, formate delle cellule vie della Chiesa di Cristo. Voi diverrete allora, come il Cristo, degli esseri per gli altri. Costruirete con tutti i giovani del mondo una nuova civiltà della giustizia e dell’amore.”

    Quindi, ai fedeli di Verscio una parola d’affetto: “Prego per voi, per la vostra parrocchia, per i ragazzi cresimati e per le loro famiglie perché Dio, per intercessione di San Fedele ci riempia della Sua grazia e ci aiuti ad amarlo sempre più e a testimoniarlo con gioia”.

    Nel pomeriggio, abbiamo avvicinato il Cardinale, per una riflessione più generale sui giovani e sul Sinodo ormai conclusosi:

    “Al Sinodo sui giovani abbiamo avuto quattro vescovi polacchi presenti, il Presidente della Conferenza episcopale polacca e tre giovani Vescovi. Poi c’erano dei rappresentanti tra i giovani uditori. In Polonia abbiamo fatto con loro un incontro nazionale di preparazione. Inoltre, in varie Diocesi si sono tenuti degli incontri di preghiera. Abbiamo pregato tanto ma anche discusso concretamente dei problemi dei giovani. A Częstochowa, il più grande santuario mariano della Nazione, per questi 28 giorni i rappresentanti dei giovani polacchi si sono riuniti lì tutto il giorno in preghiera anche con veglie notturne. Poi anche Varsavia ha avuto il suo giorno di preghiera. Anche come Conferenza episcopale, da ultimo, abbiamo preparato il Sinodo nei mesi precedenti lavorando sull’ Instrumentum Laboris. Abbiamo ascoltato quello che è stato detto al Sinodo e siamo pieni di speranza, che possa aiutare ad affrontare i problemi con i giovani oggi e che queste riflessioni possano tradursi in una lingua di umanizzazione”.

    Com’è la situazione giovanile in Polonia?

    “Deve sapere che nella mia Diocesi ci sono 210 parrocchie per oltre un milione di cattolici, con una media di 25’000 fedeli per ciascuna parrocchia. È quindi particolarmente importante organizzarsi bene. Tra i giovani le catechesi sono molto ben frequentate, anche quelle in vista della ricezione di un Sacramento. Anche a livello nazionale vale la stessa cosa. Tradizionalmente, una volta all’anno organizziamo un grande pellegrinaggio a Częstochowa; molti partono da lontano, ma ogni anno si ripresentano per fare l’esperienza. Due terzi dei partecipanti sono studenti. Nelle città accademiche, proprio per rispondere alle loro esigenze, abbiamo un’ottima pastorale universitaria. Tuttavia, constatiamo anche noi che il numero degli studenti coinvolti stanno diminuendo. Sentiamo anche noi la secolarizzazione, questo sì. Senza contare che molti giovani e studenti valevoli decidono di andarsene dalla Polonia per luoghi più stimolanti”.

    Ha un messaggio per i giovani europei?

    “Quando parlo dei giovani mi piace ripetere ciò che diceva San Giovanni Paolo II e già ho ripetuto nell’omelia: di solito, non amo dire che la gioventù di oggi sia peggio di un tempo, ma piuttosto riconosco che è diversa, proprio come diceva Giovanni Paolo II. Quando diceva ai giovani che sono la speranza, voleva dire che essi certo sono diversi dagli anziani, ma hanno un potenziale più grande, possibilità più ampie, se rimarranno vicino a Cristo e se si faranno portare dallo Spirito Santo”.

    Cosa cambierà, secondo Lei, dopo questo Sinodo?

    “Il Sinodo dà le ispirazioni per la Chiesa, i genitori, i catechisti, per la pastorale e poi sicuramente per i giovani. Se i giovani si fanno portare avanti dallo Spirito Santo, seguendo queste ispirazioni, c’è la speranza che possa cambiare molto. Molto dipende anche dall’educazione ricevuta in famiglia, cioè dalla testimonianza dei genitori e poi dalla vitalità delle parrocchie, dalle possibilità che le singole parrocchie danno ai giovani per il loro sviluppo. In questo senso, il Sinodo chiama in causa tutta la Chiesa”.

    (red)

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