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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Caso Orlandi: "Il Papa vuole la verità"

    Un nuovo evento riguardo al caso di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana sparita nel nulla nel giugno del 1983, arriva in queste ore. Alessandro Diddi, promotore di Giustizia della Città del Vaticano, oggi, 11 aprile 2023 incontrerà Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi e l’avvocata Laura Sgrò. Il Vaticano ha riaperto recentemente le indagini sulla vicenda su spinta di papa Franceso. Al centro della nuova inchiesta ci sono una serie di messaggi su Whatsapp, i documenti di Vatileaks 2 e dei presunti dossier sulla scrivania di Ratzinger.

    Intervista del promotore di giustizia Diddi al Corriere della Sera

    Diddi parla in un’intervista al Corriere della Sera nella quale precisa che sia Francesco che il segretario di Stato Parolin vogliono la verità. «Mi hanno concesso massima libertà d’azione per indagare ad ampio raggio senza condizionamenti di sorta e con il fermo invito a non tacere nulla. Ho il mandato di accertare qualunque aspetto in uno spirito di franchezza, di “parresia” evangelica e tale approccio è ciò che più conta», dice oggi Diddi. Nel colloquio con Ferruccio Pinotti Diddi dice che «in pochi mesi sono state effettuate verifiche non espletate in 40 anni. Gli approfondimenti eseguiti dovranno emergere, perché sono attività di indagine destinate a confluire integralmente nei fascicoli dell’Ufficio. Di questo anche le gerarchie vaticane sono pienamente consapevoli. Su alcuni documenti probatori non dovranno più insinuarsi equivoci, non ci potranno essere ombre sulle quali possa continuare ad addensarsi un alone di mistero. Se non svolgerò le attività di indagine accuratamente sarò sotto gli occhi di tutto il mondo. E non voglio si possa pensare che, in qualche modo, abbia preservato qualcuno o coperto qualche situazione». Ma, spiega il Promotore di Giustizia, va ricordato che i suoi poteri non gli permettono indagini in Italia. «In questa nuova fase, qualora vi saranno gli estremi, valuteremo la possibilità di inviare al ministro italiano Nordio rogatorie. Chiedendo all’Autorità giudiziaria italiana di compiere gli approfondimenti ritenuti necessari», precisa.

    fonte: agenzie/red

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