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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Don Roberto Malgesini. Foto diocesi di Como

    Como: la preghiera a un anno dalla morte di don Roberto Malgesini

    Il 15 settembre di un anno fa, a Como, veniva ucciso don Roberto Malgesini, testimone umile e trasparente di Vangelo. Questa sera il vescovo mons. Oscar Cantoni celebrerà la Santa Messa di suffragio.

    «Desidero ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, il sacerdote della diocesi di Como che è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava – disse papa Francesco, durante l’Udienza generale di mercoledì 16 settembre, il giorno dopo la tragica morte –. Mi unisco al dolore e alla preghiera dei suoi familiari e della comunità comasca e, come ha detto il suo Vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri. Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini e per tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società».

    E ancora, sempre papa Francesco, a ottobre 2020, incontrando i familiari di don Roberto, così disse ai fedeli riuniti in Aula Nervi: «Le lacrime di quei genitori sono le lacrime “loro” e ognuno di loro sa quanto ha sofferto nel vedere questo figlio che ha dato la vita nel servizio dei poveri. Quando noi vogliamo consolare qualcuno, non troviamo le parole. Perché? Perché non possiamo arrivare al suo dolore, perché il “suo” dolore è suo, le “sue” lacrime sono sue. Lo stesso, con noi: le lacrime, il “mio” dolore è mio, le lacrime sono “mie” e con queste lacrime, con questo dolore mi rivolgo al Signore».

    È trascorso un anno e don Roberto continua a vivere in un ricordo che non è semplice memoria, ma è volontà di non disperdere il suo esempio. A partire dalla sua spiritualità, alimentata dalla preghiera.

    Questa sera, alle ore 20.30, nella chiesa di San Bartolomeo di Como, il Vescovo monsignor Oscar Cantoni presiederà la Santa Messa di suffragio. In chiesa, nel rispetto delle norme anti-Covid, c’è a disposizione un numero limitato di posti per i fedeli. Per consentire a tutti di unirsi nella preghiera, anche dal Ticino, la celebrazione eucaristica sarà trasmessa in streaming sul canale YouTube del “Settimanale della diocesi di Como”.

    Nel pomeriggio si è tenuta invece una commemorazione pubblica con la dedicazione del piazzale in cui è avvenuto l’omicidio al sacerdote. Il sindaco di Como, Mario Landriscina, insieme al Vescovo e alle autorità cittadine ha svelato la lapide di intitolazione di “Largo don Roberto Malgesini”. Lì accanto è stata posta una croce, donata dalla Diocesi, un segno per fare memoria del suo sacrificio e permettere alle persone di fermarsi a riflettere e pregare. Ecco le parole del vescovo Cantoni:

    «Oggi è giorno di memoria. Sentiamo particolarmente vivo il ricordo di don Roberto, la cui testimonianza di vita ha generato un forte interesse in tante persone, qui da noi, ma anche in tutta Italia. Esse hanno scoperto in lui, che non amava per nulla la notorietà, un autentico discepolo di Gesù, vera immagine di vita evangelica, un modello da imitare.
    La fede nel Signore risorto ci induce a credere che dolore e gioia camminano insieme perché tutto è unificato dall'amore. Così che se siamo addolorati per la morte di don Roberto, siamo nello stesso tempo consolati dalla vittoria dell'amore, frutto della risurrezione di Cristo. L'amore è più forte della morte. L'amore vince e supera il male, l'odio, l’inimicizia, la stessa morte. Don Roberto vive trasfigurato nell’amore del Risorto e continua ad assisterci perché impariamo ad essere accoglienti verso tutti, riconoscendo nei poveri la presenza stessa del Signore Gesù.
    Sono grato al Sindaco e all’Amministrazione comunale per aver disposto che il luogo dove don Roberto è stato ucciso fosse dedicato alla sua memoria. Credo che questa intestazione, che oggi compiamo, rispecchi veramente tutta la stima, la vicinanza e l'affetto che i Comaschi continuano ad attribuire a questo nostro prete, che ci ha insegnato con i fatti, senza clamore, come diventare fratelli e fare di questa Città un luogo di accoglienza nei confronti di tutti, così come ho auspicato nel mio messaggio alla Città, nella festa di Sant’Abbondio, perché Como sia veramente città di fratelli.
    È nostro desiderio, infine, mettere in grado gli amici di don Roberto di continuare l’opera da lui iniziata e con lui condivisa nei tempi e nei luoghi a lui familiari, a cominciare dalla sua abitazione qui a San Rocco, che vorremmo adattare, confidando di poter contare sulla generosità di tutti».

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