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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • “Dalla disperazione alla speranza”: A Sorengo il Giubileo delle persone con disabilità. Le foto

    di Federico Anzini

    Un’occasione di incontro, riflessione e condivisione. Domenica 9 marzo, presso la Fondazione OTAF a Sorengo, la Diocesi di Lugano ha celebrato il Giubileo delle persone con disabilità, un evento dal titolo evocativo: "Dalla disperazione alla speranza". Un’iniziativa sostenuta dal Vescovo Alain, che ha presieduto la Santa Messa, per poi proseguire con un pranzo conviviale e un ricco programma di testimonianze e momenti di confronto. Abbiamo chiesto a Francesco Corabi, uno degli organizzatori, di parlarci della giornata.

    Un cammino di speranza e condivisione

    Come nasce l’idea di un Giubileo dedicato alle persone con disabilità? "L'idea – ci racconta Francesco - è stata proposta dall’Amministratore apostolico mons. Alain de Raemy, che ha chiesto a un gruppo di persone coinvolte per varie ragioni su questo tema di pensare a un evento significativo, ispirandosi al messaggio di speranza indicato da Papa Francesco". Un titolo diretto e profondo, "Dalla disperazione alla speranza", scelto non a caso: "Quando ci si accosta al mondo della disabilità, si incontra spesso la disperazione, legata al dolore e alla solitudine. Ci siamo chiesti se anche in queste situazioni sia possibile trovare una speranza che non solo sostenga, ma renda significativa ogni esperienza, vissuta fino in fondo con letizia", prosegue Corabi.

    Un programma ricco di testimonianze ed emozioni

    Il pomeriggio è stato dedicato a un momento di dialogo sul tema. Le testimonianze saranno il cuore pulsante dell’evento, coinvolgendo persone che incarnano il passaggio dalla disperazione alla speranza in modi straordinari.

    • "Abbiamo invitato un professore universitario esperto di psicologia relazionale, che racconterà come un suo paziente e la sua famiglia hanno affrontato il cambiamento con coraggio", spiega l’organizzatore.

    • Inoltre, ha preso la parola uno sportivo affermato che, nonostante una diagnosi di paraplegia, ha saputo trasformare il limite fisico in un’occasione di rinascita e affermazione personale. Guarda il video.

    • Sono seguite le testimonianze di tre genitori che vivono la disabilità attraverso i loro figli, con età e percorsi di vita diversi, ma accomunati dalla stessa forza d’animo e amore incondizionato.

    • L’evento si è concluso con la lettura di una poesia scritta da un educatore che per anni ha lavorato in un istituto per disabili del luganese, accompagnata dalla musica del “Coro Diversamente Abili”, che ha regalato momenti di profonda emozione.

    Guarda il video della canzone “Diversamente Abili”

    Un incontro per costruire comunità

    “Spero proprio che ci sia la possibilità di incontrarsi”, afferma Corabi, sottolineando l’importanza delle relazioni umane in contesti spesso segnati dall’isolamento. "Chi vive la disabilità si trova spesso in difficoltà nel coltivare i rapporti interpersonali. Questo Giubileo vuole essere un’opportunità per mostrare che c’è un luogo di incontro e di condivisione, dove ognuno può sentirsi accolto e sostenuto". Il desiderio degli organizzatori è che questo evento non rimanga un’esperienza isolata, ma diventi l’inizio di un cammino di comunità e di vera pastorale, per accompagnarsi reciprocamente nella quotidianità tra sfide e gioie. "Vogliamo mostrare a tutti che un luogo c’è, ci sono dei volti ed un desiderio di accompagnarci insieme partendo dalla difficoltà di ognuno, ma certi nella speranza che può prendere questi limiti per compierli in qualcosa di straordinario", conclude Corabi.

    Una testimonianza di fede e amore

    L’organizzazione dell’evento non è solo frutto di dedizione, ma anche di un’esperienza di vita vissuta. Francesco Corabi, raccontando la sua storia personale, rivela: "Io e mia moglie siamo sposati da quasi quindici anni. Siccome non sono arrivati figli biologici abbiamo deciso di aprirci all’adozione. La nostra prima figlia è con noi da quando era un bebè ed è una bambina con una grave disabilità, poi tre anni più tardi è arrivata un’altra sorellina. Non ci aspettavamo di affrontare questa realtà e ne abbiamo parlato con i nostri amici. Tra me e mia moglie è nato un dialogo, ognuno ha imparato a mostrare all’altro senza paura le proprie difficoltà ed obiezioni. Abbiamo iniziato ad accogliere reciprocamente le difficoltà dell’altro, così ognuno di noi si è sentito accolto ed è questo che ha fatto nascere in noi la disponibilità ad accogliere a nostra volta, poi il Signore ha compiuto la grazia di accompagnare il nostro si. Mi rendo conto che all’inizio sia stato dettato da un po' di incoscienza, ma con il senno di poi mi viene da dire una Santa incoscienza".

    Dalla disperazione alla speranza, insieme

    Il Giubileo delle persone con disabilità è molto più di un evento religioso; è un’esperienza di umanità condivisa, un’opportunità per riflettere sul valore della speranza anche nelle situazioni più difficili. Concludendo, Corabi lancia un messaggio di fiducia: "Fin da subito mi è stato molto chiaro che non saremmo stati la famiglia ideale per adempiere ai bisogni legati alla disabilità di nostra figlia. Malgrado i nostri limiti, nonostante la quotidianità sia a tratti così spigolosa, sono convinto che il Signore ci ha accompagnato perché fin dal principio, fino da quando ha creato me, mia moglie e le nostre piccoline, ci ha pensato insieme. Le modalità usate sono state piuttosto misteriose, ma sono certo che il rapporto con loro per me è la parte principale della mia strada alla felicità vera, al compimento del desiderio del mio cuore".

    (Foto di Felicia Baggi)

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