La morte all’età di 98 anni di una delle figure chiave del giornalismo italiano. Creò nel 1976 il giornale che dirigerà per vent'anni. Negli ultimi anni i contatti con Papa Francesco. Mattarella: testimone lucido e appassionato della storia repubblicana. Il cardinale Ravasi: è stato un protagonista della cultura laica.
Una figura centrale del giornalismo italiano, durante e anche successivamente all'uscita dalla direzione del quotidiano La Repubblica cui il suo nome è indissolubilmente legato. Classe 1924, nato a Civitavecchia, Eugenio Scalfari si è spento a Roma all’età di 98 anni. Il mondo dell'informazione lo ha visto protagonista sin dai suoi primi passi, mondo che ha contribuito profondamente a innovare con le due pubblicazioni che diresse: il settimanale L’Espresso e soprattutto La Repubblica, fondata nel 1976 e portata in pochi anni ai vertici nell’interesse dei lettori. Scalfari non fu solo un giornalista, fu un uomo di cultura a tutto tondo. Pubblicò vari libri a partire dal primo, nel 1998, dal titolo “Il labirinto”.
Immediate le espressioni di cordoglio nel mondo del giornalismo, della cultura e della politica per la morte di colui che, comunque, è stato un capofila nella sua attività di comunicatore. Tra i primi messaggi, quello del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che in una dichiarazione si è detto "particolarmente addolorato per la scomparsa di Eugenio Scalfari giornalista, direttore, saggista, uomo politico, testimone lucido e appassionato della nostra storia repubblicana. Scalfari - continua Mattarella - ha sempre costituito un punto di riferimento coinvolgente per generazioni di giornalisti, intellettuali, classe politica e un amplissimo numero di lettori. Da sempre convinto assertore dell’etica nella società e del rinnovamento nella vita pubblica, si era magistralmente dedicato, negli ultimi tempi, ai grandi temi esistenziali dell’uomo - conclude il capo dello Stato - con la consueta efficacia e profondità di riflessione". “Ricordo con stima e amicizia Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica – scrive in un tweet il cardinale Gianfranco Ravasi – protagonista della cultura laica. Conservo nei miei ricordi il nostro appassionante dialogo del 2013, nel vero spirito del ‘Cortile dei Gentili’, su sfide e futuro dell’informazione”.
Dopo l’elezione alla cattedra di San Pietro, Papa Francesco ha avuto con Eugenio Scalfari contatti epistolari e un colloquio sui temi del rapporto tra fede e laicità, pubblicato in un volume edito da Einaudi-La Repubblica. Un dialogo, pur se da due posizioni differenti, che ha suscitato l’attenzione del grande pubblico. Proprio in risposta a Eugenio Scalfari, Papa Francesco il 4 settembre 2013 così scriveva fra l'altro su Repubblica all'ideatore del giornale: "La Chiesa, mi creda, nonostante tutte le lentezze, le infedeltà, gli errori e i peccati che può aver commesso e può ancora commettere in coloro che la compongono, non ha altro senso e fine se non quello di vivere e testimoniare Gesù". Il direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, sottolinea: “Mi ha sempre colpito lo stile della sua interlocuzione con il Pontefice”.
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