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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (17 dicembre 2025)
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  • Il congresso mondiale dei leader religioni in Kazakhstan nel 2022

    I leader religiosi mondiali chiedono di non identificare gli estremismi e la violenza con le religioni

    Il pluralismo e le differenze di religione, così come di razza, genere e lingua “sono espressione della saggezza della volontà di Dio, con cui Egli ha creato l’uomo”, per questo è inaccettabile ogni atto di coercizione “verso una particolare religione e dottrina religiosa”. Lo afferma la Dichiarazione finale, scaturita dal settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali che si è chiuso in Kazakhstan e al quale ha preso parte anche papa Francesco. Il testo definisce l’impegno delle religioni, in un mondo colpito dalla pandemia, dalla globalizzazione dei processi mondiali e dalle minacce alla sicurezza, a mettere in atto “sforzi congiunti per rafforzare il dialogo civile” nel nome della pace e della cooperazione, nonché nella promozione di valori spirituali e morali.

    La Dichiarazione, divisa in 35 punti, chiede di non identificare l’estremismo e il terrorismo con nazioni e religioni amanti della pace; l’ampliamento del ruolo dell’educazione e dell’istruzione religiosa; il rafforzamento dell’istituzione della famiglia e la tutela della dignità e dei diritti delle donne. Nel testo si chiede inoltre di sostenere le aree del mondo colpite da conflitti militari e da disastri naturali o causati dall’uomo, così come organizzazioni internazionali e i governi nazionali nei loro sforzi di superare le conseguenze della pandemia da coronavirus.

    I leader si dicono convinti che da qualunque conflitto si generi una reazione a catena che può portare “alla distruzione del sistema di relazioni internazionali”. “L’estremismo, il radicalismo, il terrorismo”, spiegano, così come ogni forma di violenza e guerra, non hanno nulla a che fare con la religione. Di qui l’esortazione a governi e organizzazioni internazionali a supportare i “gruppi religiosi e comunità etniche colpiti da estremisti e terroristi, a porre fine ai conflitti in ogni angolo del mondo e a sviluppare il dialogo”, impegnando loro stessi a garantire una partecipazione attiva per dare soluzioni ai conflitti.

    Nel testo si chiede infine il sostegno a qualunque iniziativa sia volta all’attuazione del dialogo interreligioso e interconfessionale; si sottolinea la comunione con gli sforzi delle Nazioni Unite e di qualunque altra entità, per promuovere il dialogo tra civiltà, religioni e nazioni; si esortano gli Stati a garantire condizioni di vita dignitose per i loro cittadini e a ridurre il divario nel benessere tra i diversi Paesi del mondo; si incoraggia a preservare nelle società valori spirituali e orientamenti morali; si riconosce l’importanza del ruolo dei leader delle religioni e della diplomazia religiosa. Tolleranza, rispetto e comprensione reciproca, è la sollecitazione, siano quindi “il fine di qualsiasi predicazione religiosa”.

    La dichiarazione e i risultati del Congresso, conclude il documento, diverranno “un importante orientamento per le generazioni moderne e future dell’umanità, al fine di promuovere una cultura di tolleranza, rispetto reciproco e serenità”. Il prossimo appuntamento con il Congresso dei leader delle religioni, sempre in Kazakhstan, sarà nel 2025.

    fonte: farodiroma

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