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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
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  • Angelus

    Il Papa: mai negare la Shoah, debellare l’antisemitismo. Cessino le ostilità in Sudan

    Sudan, Sud Sudan, Colombia. Poi la guerra, la lebbra, l’orrore dell’Olocausto, la piaga dell’antisemitismo e quella della persecuzione religiosa, le speranze di pace dei giovani. È uno sguardo globale quello che Papa Francesco getta dalla finestra del Palazzo Apostolico vaticano, dopo la recita dell’Angelus di questa domenica, 26 gennaio.

    Migliaia i fedeli riuniti in piazza San Pietro sotto un cielo uggioso, tra cui giornalisti e operatori della comunicazione che partecipano al Giubileo loro dedicato e i ragazzi e le ragazze della Carovana della Pace organizzata da Azione Cattolica italiana.

    Uno di loro, come ogni anno, si affianca al Papa alla finestra per leggere un messaggio a nome di tutti i ragazzi: l’auspicio, cioè, di far “stare zitte tutte le armi” e di vedere i grandi della Terra attraversare la Porta Santa "mano nella mano".

    Mai dimenticare l'orrore dell'Olocausto

    Un "sogno" condiviso da Francesco che, prima dell'intervento del giovane, nella sua serie di appelli ricorda la ricorrenza, domani, 27 gennaio, della Giornata Internazionale di Commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Quest'anno saranno ottant’anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.

    L’orrore dello sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi avvenuto in quegli anni non può essere né dimenticato né negato.

    No ad antisemitismo e discriminazione religiosa

    Francesco cita “la brava poetessa” ungherese Edith Bruck, la scrittrice ebrea 92enne sopravvissuta all'ondata di male di diversi lager e divenuta in questi anni fraterna amica del Pontefice. “Lei ha sofferto tutto quello…”, dice infatti il Papa, ricordando che Bruck questa sera sarà ospite al programma tv Che tempo che fa (dove lui stesso è stato ospite una settimana fa) insieme alla senatrice a vita Liliana Segre, pure lei superstite della Shoah. La memoria dello sterminio, dà lo spunto al Pontefice per ricordare “anche tanti cristiani, tra i quali numerosi martiri”, e rinnovare l’appello “affinché tutti collaborino a debellare la piaga dell’antisemitismo, insieme ad ogni forma di discriminazione e persecuzione religiosa”.

    Costruiamo insieme un mondo più fraterno, più giusto, educando i giovani ad avere un cuore aperto a tutti, nella logica della fraternità, del perdono e della pace

    Appello per Sudan e Sud Sudan: basta violenze

    Lo spazio pubblico dell’Angelus il Papa lo usa, poi, per richiamare l’attenzione del mondo, sempre distratto da guerre declassate a ‘minori’ o ‘lontane’, sulla tragedia che si consuma dall’aprile 2023 in Sudan. Nel terzo Paese più grande dell'Africa un conflitto tra forze governative, Sudanese Armed Forces, e forze paramilitari, Rapid Support Forces, ha provocato un numero di morti che si fatica a calcolare (70 sarebbero rimaste uccise di recente a El-Fasher, nella parte occidentale, durante l’attacco a un ospedale), 12 milioni di sfollati e oltre 30 milioni di persone in necessità di aiuti umanitari. “Circa due terzi dell’intera popolazione del Paese”, afferma Emergency.

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    Leggi anche: Il Papa si unisce al sogno dei giovani: “I grandi della Terra passino sotto la Porta Santa" - Vatican News

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