Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (14 dicembre 2025)
Advertisement
  • Il Papa scrive ai movimenti popolari: un salario universale per gli esclusi

    Lo definisce “esercito invisibile che combatte nelle trincee più pericolose”. Dice che sono un esercito che “non ha altre armi se non la solidarietà, la speranza e il senso di comunità che rifioriscono in questi giorni in cui nessuno si salva da solo”. Nel giorno di Pasqua, mentre il mondo continua a vivere l’emergenza della pandemia provocata dal Covid-19 e cresce la preoccupazione per le conseguenze che questa avrà specialmente sui più poveri, Papa Francesco invia un messaggio ai “fratelli e alle sorelle dei movimenti e delle organizzazioni popolari movimenti popolari”, con i quali ha dialogato fin dall’inizio del suo pontificato. È vero che il virus colpisce tutti, senza differenza di nazionalità né appartenenze religiose o sociali, ma, osserva Francesco, sono i poveri e gli scartati quelli che pagano in questi giorni e pagheranno in futuro il prezzo più alto. E pensando alla difficoltà che fanno a resistere in questo momento afferma che forse è arrivato il tempo di pensare a un salario universale per gli esclusi.

    Francesco rivolge il suo pensiero ai tanti, che nel nascondimento e fuori dai riflettori dei media, continuano a servire. “Penso alle persone, soprattutto alle donne, che moltiplicano il pane nelle cucine della comunità cucinando un delizioso stufato per centinaia di bambini con due cipolle e un pacchetto di riso, penso ai malati, penso agli anziani. Non compaiono mai nei media tradizionali. Nemmeno i contadini e le famiglie contadine che continuano a coltivare per produrre cibo sano senza distruggere la natura, senza accaparrarsela e senza speculare sui bisogni della gente. Voglio che sappiano che il nostro Padre Celeste li guarda, li valorizza, li riconosce e li rafforza nella loro scelta”.

    Poi il Papa accenna alla situazione determinata dall’emergenza del virus e all’aiuto concreto che i movimenti popolari offrono a chi soffre. “Com'è difficile stare a casa per chi vive in una piccola e precaria abitazione o per chi è direttamente senza un tetto sopra la testa. Quanto sia difficile per i migranti, per le persone private della loro libertà o per coloro che stanno attraversando un processo di guarigione dalle dipendenze. Voi siete lì, mettendo il vostro corpo al loro fianco, per rendere le cose meno difficili, meno dolorose. Mi congratulo con voi e vi ringrazio di cuore”.

    Poi Francesco parla del modello economico-finanziario attuale in rapporto all’emergenza. “Spero che i governi comprendano che i paradigmi tecnocratici (sia che abbiano al centro lo Stato, sia che abbiano al centro il mercato) non sono sufficienti per affrontare questa crisi o gli altri grandi problemi dell'umanità. Ora più che mai - spiega il Papa - sono le persone, le comunità, i popoli che devono essere al centro, uniti per guarire, per curare, per condividere”.

    “So - aggiunge Francesco - che siete stati esclusi dai benefici della globalizzazione. Non godete di quei piaceri superficiali che anestetizzano tante coscienze. Tuttavia, dovete sempre soffrirne gli svantaggi. I mali che ci affliggono tutti vi colpiscono due volte. Molti di voi vivono giorno per giorno senza alcuna garanzia legale che vi protegga. I venditori ambulanti, i riciclatori, i lavoratori della fiera, i piccoli agricoltori, i costruttori, i costruttori, le fognature, coloro che svolgono varie attività di cura. Voi, lavoratori dell'economia informale, indipendente o popolare, non avete uno stipendio stabile per resistere a questo momento... e le quarantene diventano insopportabili per voi”.

    “Forse è il momento di pensare - è la conclusione del Pontefice - a un salario universale che riconosca e dia dignità ai nobili e insostituibili compiti che svolgete; capace di garantire e di fare una realtà così umana e così cristiana: nessun lavoratore senza diritti”.

    Vatican News

    News correlate

    Il Papa: benedizione Urbi et Orbi e giro in jeep tra i fedeli

    Commovente momento con il Papa che con flebile voce, prima saluta e poi benedice la folla. Nel messaggio letto da un collaboratore, l'appello alla pace e contro la corsa al riarmo. Diverse le aree del mondo ricordate. Poi in jeep attraversa la folla riunita in piazza San Pietro.

    Via Crucis dal Colosseo: nei testi scritti dal Papa il Vangelo bussa al cuore dell'uomo

    Per l'evento trasmesso in TV da RAIUno e TV2000 alle 21 del Venerdi Santo il Pontefice propone un testo personale nel quale confluiscono forti invocazioni spirituali e una profonda lettura evangelica del mondo e del cuore dell'uomo. Qui si possono scaricare le meditazioni del Papa.

    "Nessuna esperienza di fallimento e dolore può avere l'ultima parola", così Bergoglio alla Veglia pasquale

    "Alziamo lo sguardo a Gesù che ha attraversati gli inferi con la potenza della sua vita divina, aprendo uno squarcio infinito di luce per ciascuno di noi.", ha detto il Papa all'omelia della veglia pasquale nella Basilica di San PIetro.

    Le S. Messe su Tv2000 con Papa Francesco

    Gli orari della programmazione speciale.

    Papa Francesco: "Basta guerra! Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre!"

    Dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro, davanti ad una piazza affollata e inondata di sole, l'ennesima invocazione papale alla pace ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi di Pasqua. L'appello del Papa: "Impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade!"

    Il Papa: "Invece delle notti illuminate di stelle, le notti di guerra sono solcate da scie luminose di morte"

    "Nel buio oscuro della guerra e della crudeltà non possiamo che pregare per voi, accompagnarvi e dirvi "Cristo è risorto", così il Papa ha concluso l'omelia della Notte di Pasqua rivolgendosi direttamente al sindaco di Melitopol, presente in Basilica.

    News più lette