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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Il sacerdote copto-cattolico Kamil Samaan in visita alla Missione Cattolica di Lingua italiana nel Canton Zugo

    Su invito di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» il sacerdote copto cattolico Kamil Samaan ha soggiornato qualche giorno in Svizzera. Ha visitato diverse parrocchie, ha celebrato con esse l’Eucarestia e ha informato della complessa situazione dei cristiani nella sua patria. Il primo luglio ha visitato la Missione Cattolica di Lingua Italiana nel Canton Zugo, della quale don Mimmo Basile è il responsabile e nella quale l’ospite Samaan è stato accolto calorosamente da molti fedeli.

    Un sacerdote dal Paese sul Nilo

    "Già a 12 anni Kamil Samaan iniziò la sua formazione nel seminario dei Francescani nella sua patria ad Assiut. Dopo il servizio militare, negli anni ’70, più precisamente nel 1978, vicino a Suez, è stato ordinato sacerdote. Ha lavorato alcuni anni come curato in Egitto, prima che i suoi studi ed il suo dottorato lo conducessero a Roma. Tornato in patria, ora dirige un orfanotrofio al Cairo ed è professore di Antico Testamento. Appartiene alla Chiesa cattolica copta, che assomiglia alla Chiesa ortodossa copta del Paese nella liturgia e nella spiritualità, ma è in comunione con la Santa Sede. Alla Chiesa cattolica copta appartengono circa 200`000 fedeli e costituiscono quindi soltanto una piccola minoranza nel panorama religioso egiziano", spiega nel suo comitato ACN.

    "Da migliaia di anni la regione del fiume del Nilo è un luogo di grandi avvenimenti culturali. Anche il cristianesimo si affermò presto in Egitto. Nell’anno 50 d.C. l’apostolo Marco in persona doveva avervi fondato delle comunità. La scuola teologica di Alessandria e la testimonianza dei Padri del deserto egiziani hanno plasmato il pensiero cristiano sino ai nostri giorni. Prima dell’islamizzazione nel VII secolo, il cristianesimo era la religione dominante in Egitto. Da allora, i cristiani hanno vissuto la vita mutevole e spesso pericolosa di una minoranza".

    Quindi, "negli anni ’80 e ’90 molti egiziani si sono recati in Arabia Saudita in cerca di lavoro. Da lì portarono di nuovo il pensiero islamico wahhabita nel Paese. Da allora molti cristiani vengono sempre di più emarginati. Gli incarichi politici importanti sono riservati ai musulmani, si verificano ripetuti attacchi alle chiese e atti di violenza quotidiana contro i cristiani. La situazione sta migliorando a poco a poco, tuttavia l’inimicizia nei confronti dei cristiani ha radici profonde".

    Un microcosmo della Chiesa universale

    Nel suo viaggio di conferenze attraverso la Svizzera, Kamil Samaan racconta le sofferenze e le speranze della sua patria. Sebbene questa rappresenti solo una piccola minoranza, essa è un microcosmo della Chiesa universale. Tutte e tre le confessioni e tutti i riti sia della Chiesa cattolica sia della Chiesa ortodossa sono presenti in Egitto. L’intera ricchezza del cristianesimo si trova in questa piccola minoranza, ancora minacciata. I cristiani sono stati considerati cittadini di seconda classe per così tanto tempo che un miglioramento in questo senso procede a rilento. Il sacerdote Kamil racconta come i suoi fratelli e sorelle nella fede lottano per essere riconosciuti – non con la violenza, ma con un servizio costruttivo nell’educazione, nella salute e nell’impegno sociale. Ad esempio, in tutto l’Egitto ci sono scuole cristiane aperte a tutte le religioni. Ci sono scuole cristiane frequentate principalmente da musulmani e in tutto il Paese ci sono strutture sanitarie di cui beneficia l’intera popolazione. La minoranza cristiana si impegna in diversi modi per il bene della società egiziana segnata da povertà e da disordini. A questo proposito, il sacerdote Kamil sottolinea che ciò è possibile soltanto attraverso la solidarietà della Chiesa universale e di Opere caritative come «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)». Una forza particolare risiede nella consapevolezza della Chiesa cattolica che riconosce in ogni Chiesa locale un membro a tutti gli effetti della Chiesa universale, meritevole di solidarietà e sostegno. «Non abbiamo molto da dare», conclude Kamil Samaan, «ma abbiamo a disposizione gli uni degli altri, la nostra fede, le nostre preghiere e la nostra riconoscenza».

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