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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
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  • Baraccopoli ai piedi dei palazzi di una grande città

    In un mondo di disuguaglianze ora arriva la filosofia di Trump

    Intervista di Cristina Vonzun

    Il Giubileo con il suo originale rimando biblico invita a riflettere sul tema della giustizia sociale. La Santa Sede lo sta facendo in più contesti (vedi articolo di spalla). Ne parliamo con il professor Stefano Zamagni (nella foto), uno dei padri dell’economia civile, docente all’Università di Bologna e dal 2019 al 2023 presidente della Pontificia Accademia delle scienze.

    Prof. Zamagni, qual è il fine a cui il magistero del Papa chiede di guardare per l’economia, durante questo Anno Santo?

    Il fine a cui il magistero del Papa e tutti i documenti che stanno accompagnando l’anno giubilare per quanto riguarda la sfera economica è il bene comune. Esso, con la centralità della persona umana, la sussidiarietà e la solidarietà, è uno dei quattro pilastri del pensiero sociale della Chiesa che esiste da 2000 anni. Ma il bene comune non è il bene totale. Quest’ultimo lo capiscono molto bene coloro che parlano di crescita del PIL, perché dire «bene totale» e dire «crescita del PIL» è la stessa cosa. Ed è l’equivoco generato dall’economia mainstream di oggi: per oltre due secoli si è fatto credere che per raggiungere il bene comune fosse necessario crescere: quindi, aumentare la produzione di beni e servizi di tutti i tipi e quindi rendere robusto il sistema, ma lo si è fatto senza preoccuparsi di come la crescita in termini di beni, servizi, redditi, capitali e via dicendo vada poi a ricadere sulle persone. In Vaticano, alcune settimane fa, diversi premi nobel durante un convegno internazionale lo hanno ammesso: abbiamo sbagliato facendo credere che bastasse aumentare il reddito e tutti ne avrebbero beneficiato.

    La conseguenza è quella di cui si sente dire: pochi super ricchi sempre più ricchi e l’aumento delle disuguaglianze?

    Evidenzierei almeno tre conseguenze di questa teoria. La prima: undici persone nel mondo hanno lo stesso patrimonio di tre miliardi di persone mentre l’obiettivo dell’economia dovrebbe essere la prosperità inclusiva di tutti; la seconda: la teoria della crescita ha colpito anche l’ambiente, perché non si è preoccupata della distruzione di acqua, suolo, terra che sono state considerate solo come risorse produttive da mettere a servizio del profitto. In realtà l’ambiente dovrebbe essere un bene comune. Ecco perché il Papa nella Laudato si’ insiste sulla necessità di una alleanza «uomo e natura», ma non per sfruttare e rovinare la natura. La terza: le decine di guerre attualmente in corso che sono la conseguenza di situazioni di manifesta ingiustizia nell’accesso alle risorse.

    A proposito di super ricchi al potere, qual è il progetto nella nuova America di Trump?

    Bisogna risalire al 2009 quando i capitalisti Woke, cioè i super ricchi, sottoscrissero il manifesto politico della Sylicon Valley oligarchica - un appello per avviare il capitalismo oligarchico. Il testo lo ha steso Peter Thiel, l’inventore di Paypal, ma del gruppo fanno parte anche Elon Musk e J. D Vance. Secondo loro, nelle condizioni storiche di oggi, la democrazia non serve più, anzi è un ostacolo, perché, secondo loro, è per colpa della democrazia che l’America è in crisi. Le ragioni? In democrazia devi ascoltare gli altri, le varie componenti sociali e questo rallenta i tempi decisionali. Inoltre, la democrazia viene presentata come un sistema destinato ad alzare in modo spropositato i costi, a causa del suo sistema di welfare. Trump è stato votato da 77 milioni di persone. Non si può credere che nei pochi mesi della campagna elettorale si convinca così tanta gente, infatti, questo lavoro - di cui il manifesto californiano è l’espressione più nota – parte da lontano.

    Cosa può dirci del legame con la teologia della prosperità di matrice neo evangelicale estrema?

    L’America per diventare grande deve applicare la teologia della prosperità che afferma: «Se tu sei povero è colpa tua, non hai fede quindi sei povero, se avessi fede non lo saresti». Quindi è una tua libera scelta essere povero e di conseguenza non ti devi lamentare e non hai diritto ad essere tutelato. La prosperità – secondo questa teologia - sarebbe il segno della benevolenza di Dio. Trump ha creato il dipartimento della fede del Governo americano secondo il quale bisogna diffondere la fede (quella lì) perché solo allora si realizzerà il sogno di rendere grande l’America. Prevedo che non passeranno due anni prima che questo progetto mostri i suoi limiti. L’America ora si sta isolando: pensiamo al solo Global South che ha un PIL maggiore degli Stati Uniti. Trump si illude con la storia dei dazi, perché tutti questi paesi oggi sono in grado di ritorcersi contro di lui, con altri dazi. Il popolo americano che è pragmatico se ne renderà presto conto.

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