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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Incontro a Breganzona-Lucino sul tragico esodo armeno nel Nagorno Karabakh

    di Federico Anzini

    Da quando l’Artsakh (il nome armeno del Nagorno Karabakh) è passato con la decisione di Lenin sotto il controllo dell’Azerbaigian islamico, dagli Anni Venti del secolo scorso, gli studiosi hanno denunciato la distruzione sistematica non solo delle tipiche croci di pietra ma persino degli edifici religiosi di questa antica popolazione cristiana, un vero e proprio “genocidio culturale”. 

    La Chiesa apostolica armena è una delle prime comunità cristiane della storia, fondata da due apostoli - San Taddeo e San Bartolomeo, ed è per questo motivo che si chiama “apostolica’’. Nel 301 l'Armenia fu il primo stato al mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato, precedendo così anche l'Impero romano. Gli armeni vivono in Artsakh da 3000 anni e ogni pietra parla della loro presenza. 

    Dopo la guerra del 2020 e la cosiddetta “operazione antiterrorismo” del settembre scorso del governo di Baku, l’Artsakh sta vivendo anche una tragedia umanitaria senza precedenti: centinaia di migliaia di armeni hanno lasciato le loro case e questo esodo li ha fatti sprofondare in una situazione di miseria, di malattia e di morte.

    Per parlare di questa drammatica situazione, dimenticata dalla maggioranza dei media, l’Associazione Germoglio invita tutti gli interessati ad una serata, giovedì 23 novembre, ore 20.15, a Breganzona-Lucino, dal titolo “Cos’è la pace vera, in mezzo a tutte queste guerre?”. Sarà presente padre Derenik, l'ultimo uomo a lasciare l'Artsakh, dopo che 120’000 persone sono state cacciate dalla loro Patria. Inoltre interverranno: Renato Farina, giornalista ed ex parlamentare italiano e Teresa Mkhitaryan, presidente dell'Associazione Germoglio. Durante la serata, moderata da Ida Soldini, si potranno vedere alcune video-testimonianze di persone sfollate.

    Teresa Mkhitaryan, armena che vive in Svizzera, è la fondatrice di Germoglio, un’associazione con sede a Lugano, che promuove progetti umanitari in Armenia. In molti decenni di impegno ha realizzato 74 scuole domenicali in tutta l’Armenia e l’Artsakh, come risposta al dolore della guerra e per dare gioia e speranza ai bambini. Ha fondato anche il Banco Alimentare in Armenia che ha distribuito negli anni più di 250 tonnellate di cibo, tra cui alcuni beni primari, come ad esempio il latte in polvere per i neonati.

    A Teresa, da poco rientrata in Ticino dall’Artsakh, abbiamo chiesto di raccontarci questo esodo drammatico del suo popolo. “Durante la mia vita – ci racconta Teresa - ho visto gli armeni attraversare molte difficoltà: guerre, continui attacchi dai turchi e dagli azeri e poi il terremoto del 1988. Ma questa volta ho la sensazione che il male sia troppo grande. Adesso ogni angolo dell’Armenia racconta della tragedia che sta vivendo tutto il suo popolo. Sento centinaia di racconti di persone sfollate. I racconti sono così tristi. Tanti, troppi, sono morti durante la fuga. I nostri preti dell’Artsakh raccontano di persone che sono morte tra le loro braccia. Diversi giorni di cammino, senza cibo e acqua. I bambini svenivano per strada. Ho saputo di una donna che ha partorito in un camion, pieno di gente”.

    Come possono essere perpetrate atrocità del genere verso uno dei popoli più antichi del mondo che desidera semplicemente vivere in pace nella sua terra? “L’Armenia è lasciata sola, troppi sono gli interessi politici ed economici in gioco”, afferma Teresa. “Ma questo isolamento forse può servire affinché il popolo armeno capisca che l’unica salvezza viene dal Signore. Non dai russi, dagli americani, dai francesi, dagli iraniani, ma solo dal Signore. Quando cerco di consolare gli amici e i conoscenti, terrorizzati da tutto questo odio, dico loro che il male quando lo si vede così in faccia serve solo per essere ancora più convinti di scegliere il bene. Io non vedo un’altra spiegazione a tutto questo orrore crescente”.

    Adesso, Teresa Mkhitaryn si sta attivando per assistere i profughi che hanno lasciato  l’Artsakh: “Tutto quello che facciamo per gli altri in difficoltà è una possibilità per la nostra anima di avvicinarci al Signore, per portare la luce e la speranza di Dio a chi ora è nel buio e nella paura. Se cambiamo noi, cambieranno anche chi sta facendo tutto questo male”, conclude Teresa.

    Per la conferenza è gradita l’iscrizione scrivendo a terezamkh@gmail.com o su whatsapp al numero +41792007110.

    È possibile sostenere l’attività dell’Associazione Germoglio con un versamento su questo conto bancario: IBAN CH29 0900 0000 6905 6959 0. Altre informazioni sul sito: germoglio.ch.

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