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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (9 dicembre 2025)
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  • La testimonianza della ticinese Esmeralda Mattei, nuova Dama dell'Ordine del Santo Sepolcro

    di Laura Quadri

    Il 31 maggio scorso a Soletta è una data che sicuramente Esmeralda Mattei, di Ravecchia, non dimenticherà. Per lei infatti questa data ha coinciso con un importante passo: entrare a far parte, quale Dama, della grande famiglia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, oggi costituito, in tutto il mondo, da 30.000 membri, di cui un terzo donne.

    Un passo importante nella fede

    Una vocazione sentita, frutto di un intenso percorso di fede, che la signora Mattei ripercorre non senza certa emozione, nel ricordo delle radici famigliari: «Ricordo ancora con emozione la prima Messa a cui ho partecipato, a 4 anni. Terzogenita di madre cattolica e papà riformato, i miei genitori vollero che compissi i miei primi passi verso Gesù in maniera consapevole. Mio padre entrò in seno alla Chiesa cattolica dopo un lungo e profondo percorso spirituale, sulla base del quale divenne poi persona di spicco nella Diocesi di Genova. Da quella importante domenica di 54 anni fa, posso dire di essere stata sempre fedele alla Chiesa cattolica e, dalla mia prima comunione, di avere incontrato in Gesù, il mio migliore amico. Posso dire con commozione di non essermi mai sentita sola un solo minuto nella mia vita e da allora non ho mai abbandonato il mio dialogo interiore con Lui».

    L’arrivo in Ticino e l’impegno ecclesiale

    Nel 1999, la signora Mattei, nata a Genova, giunge in Ticino, dove assume diverse cariche a livello ecclesiale: «Dapprima ho partecipato alla vita parrocchiale prima a Mezzovico (dove pure ho svolto ruolo di catechista per bambini), poi a Bellinzona, mentre dal 2017 sono Segretaria del Consiglio Parrocchiale di S. Biagio a Ravecchia, chiesa di cui sono anche custode (tengo sempre le grandi chiavi rinascimentali nella mia borsetta!); infine, dal 2021 faccio parte dell’Assemblea diocesana dei delegati».

    L’ingresso nell’Ordine equestre

    L’avvicinamento all’Ordine equestre avviene tramite una conoscente durante una S. Messa. Infatti, «per entrare nell’Ordine, bisogna essere invitati e presentati da una dama o da un cavaliere, che si faccia garante della fedeltà del postulante alla Chiesa Cattolica», mentre «non sono richieste altre formalità, se non il certificato di Battesimo e di Cresima e un solenne giuramento nel momento dell’ordinazione».

    Gli impegni richiesti

    I segni caratteristici di questa vocazione, ci spiega, sono ben riassunti nello Statuto dell’Ordine: «L’Art. 4 del nostro statuto riassume i principali impegni: rinuncia personale, generosità, coraggio, solidarietà, sollecitudine, coinvolgimento e collaborazione. L’impegno che è richiesto in termini pratici è una cospicua donazione annuale (a favore di opere di misericordia, ospedali e scuole che promuovono la pace e il dialogo interreligioso) e la preghiera perpetua per gli abitanti della Terra Santa, che sono le pietre vive della nostra santa Chiesa».

    Le chiediamo a questo proposito, nell’attuale contesto di guerra proprio nei luoghi santi, quale sia il messaggio che si senta di dare: «Il messaggio che ogni cavaliere e dama porta in cuore corrisponde alla parola ispiratrice di questo anno giubilare: la speranza. Sperare anche nella notte più nera. Gettare la rete in mare, nonostante la tempesta».

    L’esempio di Bartolo Longo

    E ci porta un esempio molto concreto: «Il 19 ottobre seguirò nella Basilica di San Pietro la canonizzazione del primo Santo dell’Ordine: Bartolo Longo, un privato, un laico, che sulla base di una fede conquistata con un percorso spirituale sofferto e profondo, alla fine dell’Ottocento, ha trasformato il villaggio di Pompei, distrutto dal Vesuvio e in totale stato di degrado spirituale ed economico, in una cittadina modello e ha fondato il culto della Madonna di Pompei, oggi diffuso in tutto il mondo. Questo, penso, deve essere il nostro spirito: non lasciarci spaventare e schiacciare dalle tenebre e dalla grandezza del male, ma sperare nell’Onnipotenza di Dio, che è un Dio di Pace e di Amore; mettere in comune i nostri 5 pani e 2 pesci e lasciare fare il resto a Lui».

    La missione dell’Ordine oggi

    “Ad oggi le nostre donazioni sono impiegate sia per scopi pastorali che per la costruzione, l’esercizio e la manutenzione di scuole ecclesiastiche, asili ed ospedali, come pure per ulteriori iniziative umanitarie e sociali. Queste attività contribuiscono in modo determinante a favorire la pacifica coesistenza di ebrei, musulmani e cristiani in Terra Santa”. A prendere la parola, in occasione dell’investitura, è il Luogotenente della Svizzera e del Liechtenstein, la Dama Donata Maria Krethlow-Benziger, da noi raggiunta in queste ore.

    Il suo pensiero è anzitutto per i fedeli oggi sottoposti a un regime di guerra: “Le necessità dei cristiani in Terra Santa sono molteplici. Mancano cibo e medicine per le famiglie impoverite. Le rette scolastiche per i bambini provenienti da famiglie socialmente svantaggiate e le cure mediche per le persone bisognose non possono più essere pagate. La Luogotenenza Svizzera e del Liechtenstein sostiene con le sue donazioni progetti di sostegno di natura umanitaria. Questi sono sostenuti e amministrati dal Patriarcato latino di Gerusalemme”, sottolinea Benziger.
    Gaza, ci spiega, è raggiungibile “tramite il Patriarcato Latino di Gerusalemme; così arrivano aiuti alla parrocchia cattolica della Sacra Famiglia per dare un sostegno diretto”. L’invito finale è a scoprire questa importante vocazione in seno alla Chiesa, visitando il suo portale: OESSH | Home.

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