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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
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  • La Scuola corale della cattedrale di Lugano (foto d'archivio)

    «Lodate Dio»: è tempo di riforma per l’animazione liturgica in Ticino

    di Laura Quadri

    «Il senso dell’iniziativa? Mettersi all’ascolto del “respiro” delle nostre comunità». Così don Emanuele Di Marco, coordinatore della Commissione di liturgia pastorale della Diocesi di Lugano, presieduta da mons. Nicola Zanini, ci presenta il progetto, annunciato negli scorsi giorni, di riformare il sussidio liturgico dal quale siamo stati finora abituati ad attingere, durante le S. Messe, canti e preghiere: il noto volume «Lodate Dio».
    «Lo scopo è finalizzare un progetto iniziato prima della pandemia e molto sostenuto sia da mons. Lazzeri e, più di recente, da mons. de Raemy», sottolinea don Di Marco. «L’idea è di partire non tanto e non solo da ciò che crediamo debba essere per noi, come Commissione, l’animazione liturgica “ideale”, bensì, lasciandoci anche un po’ sorprendere dalle varie proposte, chiedere ai singoli fedeli di esprimersi, come è già accaduto con molto entusiasmo sin dalle prime ore in cui abbiamo annunciato l’iniziativa». Molte proposte, quelle inoltrate allaCommissione negli ultimi giorni, ma un unico auspicio, ovvero che il nuovo sussidio liturgico possa essere al passo con i tempi, «magari accessibile anche in formato multimediale, mettendo a disposizione gli Mp3 e i file audio dei canti per chi voglia impararli meglio e, pensando ai giovani, dando anche spazio a canti nuovi, più innovativi». Canti nuovi ma non solo: «C’è anche chi ci ha chiesto di reintrodurre canti della tradizione che erano andati un po’ persi, ma che comunque appartengono al patrimonio comune della Chiesa, canti mariani in specie». Una partecipazione sentita ed efficace, secondo don Di Marco, non da ultimo effetto della consultazione sinodale. L’iniziativa si inserisce nella vita della diocesi rispettandone la tradizione: «Dobbiamo pensare che la diocesi di Lugano, in passato, è stata davvero un po’ la punta di diamante della riforma liturgica, prima e dopo il Concilio Vaticano II. Basti rievocare la celebre Messa “ad experimentum”, celebrata nella chiesa diS.Nicolao a Besso dall’allora vescovo Jelmini con il permesso da Roma.Essa diede un contributo determinante – sebbene non privo di difficoltà – ai lavori e alla riflessione conciliari sulla liturgia, proponendo un modo nuovo di celebrare la Messa. Così come è giusto ricordare il nome di tanti importanti direttori di coro, musicisti, liturgisti della nostra diocesi, il cui contributo è stato essenziale allo sviluppo della liturgia: Luigi Picchi, Silvano Albisetti, Luigi Agustoni in primis».

    Come contribuire?

    Ma quanto bisognerà attendere per un nuovo sussidio? «Al momento siamo ancora in una fase che definirei progettuale: chiunque può davvero contribuire, mandando una email a liturgia@catt.ch con il canto suggerito. Dopodiché, vagliate le proposte soprattutto dal punto di vista della fattibilità esecutiva, la Commissione elaborerà una prima proposta, che verrà ri-sottoposta ai fedeli. Infine, si spera con il nuovo vescovo, approderemo alla versione finale». Quale il messaggio conclusivo? «Vorremmo far capire ai fedeli che la loro opinione conta ed è anzi essenziale, soprattutto su un simile argomento. Non vogliamo, infine, uno strumento per addetti ai lavori, ma qualcosa che sia utile alle nostre comunità».

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