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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
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  • Oscar Romero

    Nella stanza di Romero dove pregava per il “suo” Papa Paolo VI

    Un pezzetto di El Salvador sta lasciando il Paese a piccoli sciami dall’aeroporto internazionale “Monsignor Romero” con scalo a Roma. Sono coloro che alla canonizzazione del beato Romero devono esserci: i vescovi, il cardinale Rosa Chávez, alcuni rappresentanti del governo, i familiari viventi del ramo materno di donna Guadalupe Galdámez e del paterno don Santos Romero; poi tantissimi altri che possono permettersi di fare il viaggio intercontinentale, ma anche chi non potrebbe permetterselo ed ha deciso di dar fondo ai risparmi di una vita per partecipare di persona ad un momento che per El Salvador storico lo è di certo. Cinquemila connazionali, assicura il cardinale Gregorio Rosa Chávez, più altri duemila che arriveranno da tante parti del mondo dove questo popolo di migranti che sono i salvadoregni si è stabilito nel corso dei difficili anni della guerra civile.

    C’è però un altro pezzo di popolazione, ben più numeroso di quello viaggiante, che si prepara al p ellegrinaggio in loco, quello che la notte tra sabato e domenica partirà da piazza Salvador del Mundo per accompagnare la cerimonia romana fino al luogo dove ci sono i resti di Romero, nel sottosuolo della cattedrale metropolitana di San Salvador. Quattro chilometri più o meno che sfioreranno la piccola cappella della Divina Provvidenza dove Romero viveva e dove è stato assassinato in un caldo pomeriggio di 38 anni fa mentre celebrava messa per il primo anniversario della scomparsa di Sara Meardi de Pinto, la madre di un amico che dirigeva un quotidiano salvadoregno.

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