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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Padre Paolo Dall'Oglio

    Padre Dall'Oglio sparito in Siria ormai da 5 anni

    Era il 29 luglio 2013 quando il padre gesuita Paolo Dall'Oglio venne rapito a Raqqa. Nessuno da allora sa più nulla di lui, alcune voci affermano che i rapitori furono islamisti appartenente ad al-Qāʿida. La Siria in cui visse per più di trent'anni costruendo senza sosta reti e ramificazioni di fruttuoso dialogo religioso potrebbe essere diventata la sua tomba? Nessuno lo sa, ma più trascorre il tempo, più si profila l'irreparabile. In Siria padre Dall'Oglio aveva rifondato nel 1982 il monastero cattolico siriano di Mar Musa, nel deserto a nord di Damasco e pochi anni dopo aveva contribuito a ricreare una comunità ecclesiastica mista e a promuovere il dialogo tra Islam e Cristianesimo. Tra il 2011 e il 2012 il religioso subì un'espulsione che però non intaccò la sua opera di fratellanza e il suo monastero segno di amicizia e di apertura culturale e umana. Papa Francesco ha rivolto appelli di speranza e preghiere in questi cinque anni perché emerga la verità su padre Dall'Oglio. Non è l'unico il religioso italiano, ad avere pagato un prezzo alto al suo impegno per il dialogo nel contesto della tremenda guerra civile ancora in corso in Siria. Nelle mani dei rapitori o chissà dove ci sono ancora i due vescovi metropoliti di Aleppo, il greco-ortodosso di Boulos Yazegi e quello siriaco-ortodosso Youhanna Ibrahim, entrambi rapiti nell'aprile 2013, circa tre mesi prima di Dall'Oglio. Anche di essi non si hanno più notizie certe, così come non ce ne sono di p. Michel Kayyal e p. Meaher Mahfouz rapiti nel febbraio 2013. Invece padre Jacques Mourad, della stessa comunità di padre Dall'Oglio fu rapito due volte e poi liberato. Ben altra sorte è invece toccata al gesuita olandese p. Frans van der Lug, ucciso nell'aprile 2014 nella città di Homs, così come a p. François Mourad, monaco eremita, rimasto ucciso nel convento di Sant'Antonio a Ghassanieh. Ma non solo i cristiani hanno pagato. Anche i musulmani: Mohammad Said Ramada al-Bouti, autorevole studioso sunnita e firmatario nel 2006, assieme ad altri 38 musulmani, della lettera aperta a Papa Benedetto XVI in cui si offriva disponibilità al dialogo e approfondimento su temi quali fede e ragione è infatti un'altra vittima di questa barbarie.

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