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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Il Papa con padre James Martin

    Papa Leone, padre James Martin e i cattolici LGBTQ

    Papa Leone XIV ha ricevuto il 1° settembre il gesuita padre James Martin, firma autorevole della rivista America, in un’udienza privata nella biblioteca papale del Palazzo Apostolico in Vaticano. Il gesuita statunitense è impegnato da anni in un ministero pastorale rivolto ai cattolici LGBTQ.

    Le parole di padre Martin

    «Sono estremamente grato e profondamente consolato dal mio incontro con il Santo Padre. Mi ha incoraggiato a proseguire il mio ministero», ha dichiarato padre Martin subito dopo l’udienza, durata più di mezz’ora. «Papa Leone mostra la stessa apertura verso le questioni LGBTQ che aveva papa Francesco. Ha chiarito di voler che tutti si sentano accolti», ha aggiunto, senza però rivelare le parole precise del pontefice.

    Secondo padre Martin, la conversazione ha toccato diversi temi ed è apparso evidente che «papa Leone ha molte priorità, e in particolare nutre una profonda preoccupazione per la pace nel mondo, inclusa quella in Ucraina, a Gaza e in Myanmar. Il suo obiettivo è la pace e l’unità nella Chiesa e nel mondo».

    Il gesuita statunitense ha trovato il papa «sereno, rilassato e gioioso» e ha raccontato che hanno riso spesso. «Era come se fossimo tornati al tavolo sinodale», ha commentato, ricordando di aver condiviso con Leone – allora cardinale Robert Francis Prevost – lo stesso tavolo durante parte della seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità nell’ottobre 2024. Inoltre, ha detto, «è chiaro che papa Leone intende proseguire con il processo sinodale».

    Prevost e Martin allo stesso tavolo di lavoro al Sinodo

    Al termine della conversazione, padre Martin ha donato al papa copie di due icone che erano appese nella cappella del suo noviziato gesuita a Boston: «Cristo, datore di vita» e «Nostra Signora sollecita nell’ascolto». Papa Leone, a sua volta, gli ha donato alcuni rosari, immaginette e la sua benedizione. Era il loro primo incontro dopo l’elezione di Leone, avvenuta l’8 maggio, ma come ha ricordato padre Martin, i due già si conoscevano grazie alle due sessioni del Sinodo sulla sinodalità in Vaticano, nell’ottobre 2023 e nell’ottobre 2024. Allora il cardinale Prevost vi partecipava come prefetto del Dicastero per i vescovi, mentre padre Martin era presente come membro di nomina pontificia.

    L’incontro si è svolto nella biblioteca privata del papa, lo stesso luogo in cui Leone riceve capi di Stato e di organizzazioni internazionali, cardinali e vescovi, leader delle altre confessioni cristiane e delle grandi religioni mondiali, nonché altre personalità di rilievo. La scelta di riceverlo in quel luogo e la pubblicazione dell’annuncio dell’incontro nel bollettino ufficiale della Sala stampa vaticana possono essere interpretate come un chiaro segnale pubblico di sostegno al ministero di padre Martin con le persone LGBTQ.

    Il pontefice agostiniano, nato a Chicago, e il gesuita autore, originario di Plymouth Meeting (Pennsylvania), non hanno avuto bisogno di interpreti, a differenza degli incontri di padre Martin con papa Francesco.

    Francesco e padre Martin

    In un certo senso, l’incontro di oggi è stato esso stesso il messaggio, proprio come quando papa Francesco incontrò per la prima volta in privato padre Martin in questa stessa biblioteca, il 30 settembre 2019. Già nel 2017 Francesco aveva nominato il gesuita, autore di bestseller, come consulente del Dicastero per la comunicazione.

    Successivamente, papa Francesco lo ha ricevuto in tre altre udienze private: una nel Palazzo Apostolico, l’11 novembre 2022, e due nella Casa Santa Marta, la residenza vaticana dove abitava, nel giugno 2024 e nell’ottobre 2023. Inoltre, lo aveva nominato membro con diritto di voto ai Sinodi sulla sinodalità. Nel 2021 padre Martin ha fondato Outreach, una attività pastorale e un centro di risorse per i cattolici LGBTQ, in collaborazione con America Media. In questi giorni guida un pellegrinaggio di Outreach di 40 persone a Roma in occasione dell’Anno giubilare.

    Pubblicato sulla rivista dei gesuiti degli Stati Uniti America il 1° settembre 2025

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