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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
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  • Il cardinale Parolin

    Parolin chiede di "fermare la carneficina a Gaza". Israele replica con sdegno a queste parole

    Quella di chi chiede a Israele di fermarsi "è una voce generale, che non si può continuare così e bisogna trovare altre strade per risolvere il problema di Gaza, il problema della Palestina". E "la Santa Sede l'ha detto fin dall'inizio: da una parte, una condanna netta e senza riserve di quanto avvenuto il 7 ottobre, e qui lo ribadisco; una condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo, e qui lo ribadisco, ma nello stesso tempo anche una richiesta perché il diritto alla difesa di Israele che è stato invocato per giustificare questa operazione sia proporzionato e certamente con 30 mila morti non lo è". Questo è quanto ha dichiarato il segretario di Stato vaticano il 13 febbraio 2024 ai giornalisti, al termine della tradizionale bilaterale tra Italia e Santa Sede in occasione dell'anniversario dei Patti Lateranensi.

    La reazione di Israele

    Parole che oggi hanno suscitato la reazione di Israele espressa in un comunicato stampa del 14 febbraio da parte dell'Ambasciata di Israele presso la Santa Sede che definisce la dichiarazione del cardinale relativa a quanto sta accadendo a Gaza "deplorevole". Nel comunicato dell'Ambasciata viene attribuita ad Hamas tutta la responsabilità per quello che sta accadendo e si afferma che le vittime civili che secondo la fonte israeliana sarebbero "tre per ogni militante di Hamas ucciso" sono tutte da piangere ma risultano essere in percentuale molte di meno rispetto ad altri conflitti (il comunicato cita le vittime civili collaterali dei conflitti in Siria, Afghanistan ed Iraq che secondo il comunicato israeliano avrebbero avuto la proporzione di 9 o 10 civile per terrorista ucciso).

    Il cardinale non perde la speranza

    Se la reazione di Israele è stata dura, d'altra parte le parole di Parolin pronunciate il giorno prima sono anche un invito ad una speranza che costituisce il desiderio di costruire e dialogare. Il cardinale infatti, aveva aggiunto ieri davanti ad una soluzione al conflitto che sembra al momento lontana, che “bisogna non perdere la speranza. Diceva Sant’Agostino che la speranza poggia sullo sdegno e sul coraggio, credo che tutti siamo sdegnati per quanto sta succedendo, per questa carneficina ma dobbiamo avere il coraggio di andare avanti e di non perdere la speranza perché, se perdiamo la speranza, incrociamo le braccia. Invece bisogna lottare fino in fondo e cercare di dare fin dove possibile il nostro apporto, il nostro contributo”. Il cardinale che il 7 ottobre 2023 ha fermamente condannato la strage di Hamas ai danni di pacifiche famiglie israeliane aveva definito “disumano” quell’attacco. Aveva indicato come prioritaria la liberazione degli ostaggi, parlando anche del diritto alla difesa di Israele e indicando il necessario parametro della proporzionalità. Oggi la sua voce si leva alta insieme a quella di altri per prendere ancora la parte in questo conflitto, come in altri, degli innocenti.

    Fonte: Agenzie/comunicato stampa ambasciata israeliana presso la Santa Sede)/red

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