Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
Advertisement
  • Il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Parolin

    Parolin: in Ucraina per portare la vicinanza del Papa e pregare per la pace

    È iniziata con un incontro a Lviv con i rappresentanti delle autorità ecclesiastiche e civili la visita in Ucraina del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, nominato da Papa Francesco suo Legato per le celebrazioni conclusive del pellegrinaggio nazionale dei cattolici latini dell'Ucraina al Santuario della Beata Vergine Maria di Berdychiv, che si terrà domani, domenica 21 luglio.

    Ieri, venerdì 19 luglio, il cardinale Parolin, accompagnato dal nunzio apostolico in Ucraina, l'arcivescovo Visvaldas Kulbokas, è giunto nel tardo pomeriggio presso la Curia della arcidiocesi romano-cattolica di Leopoli, dove è stato accolto dal metropolita Mieczyslaw Mokrzycki e dai vescovi ausiliari Edward Kava e Leon Maly. All'incontro ha partecipato anche Mons. Volodymyr Hrutsa, Vescovo ausiliare dell'Archeparchia di Leopoli della Chiesa greco-cattolica. Erano presenti anche Maksym Kozytskyi, capo dell'amministrazione regionale di Lviv, e Andriy Sadovyi, sindaco di Lviv.

    Una preghiera di pace

    Dopo un breve saluto ai presenti, il legato pontificio ha lasciato il suo primo commento ai media vaticani. "L'occasione della visita è legata alla celebrazione nel Santuario mariano di Berdychiv. Allora è stata quella la ragione per la quale il Santo Padre mi ha inviato come suo rappresentante speciale, dietro richiesta anche dei vescovi latini, per l'elevazione a Basilica minore del Santuario", spiega il porporato. "Quindi, la prima ragione sarà proprio quella di condividere con i fedeli questa celebrazione e questa preghiera che, naturalmente, sarà una preghiera soprattutto per la pace, sarà una preghiera corale elevata alla Madre di Dio, perché conceda finalmente la pace a questo Paese, che il Santo Padre definisce sempre 'martoriato', la 'martoriata Ucraina'. E naturalmente, questa circostanza mi offre anche l'opportunità per incontrare le autorità del Paese. Anche perché - aggiunge Parolin - c'è sempre stato, da tempo, un invito a venire in Ucraina in questa situazione particolare della guerra. E quindi, dopo la celebrazione di domenica, ci sarà l'occasione di incontrare le autorità a partire, credo, dal presidente. E naturalmente, lì, credo, si parlerà di pace, di quali sono le possibili prospettive di pace".

    Continua a leggere la cronaca su Vaticannews.

    News correlate

    Il vescovo di Hiroshima: “Insieme verso un mondo senza armi atomiche"

    A poche ore dall’annuncio statunitense della ripresa, dopo 33 anni, dei test atomici, il vescovo di Hiroshima, mons. Shirahama, intervenuto all’Incontro internazionale “Osare la pace”, organizzato dalla Comunità di S. Egidio, ricorda che la pace si difende con la memoria e il dialogo.

    Sant’Egidio: il dialogo è la forza delle religioni, la pace è la strada per vita e sviluppo

    Con l’assemblea inaugurale si sono aperti a Roma i lavori della 39.ma edizione dell' Incontro Internazionale tra leader religiosi e uomini di cultura organizzato dalla Comunità di Trastevere, sul tema "Osare la pace", che si chiuderà il 28 ottobre.

    Guerra in Ucraina: il cardinale Zuppi elogia l'impegno di Trump per la pace

    L'iniziativa del presidente americano avrebbe "smosso molte cose", ha dichiarato il presidente dei vescovi italiani in un'intervista al media tedesco "Spiegel". Il porporato - inviato nel 2023 da Francesco per tentare di aprire un dialogo tra le parti - ha anche parlato del lavoro del Vaticano.

    Armenia, la fede di un popolo scolpita nella pietra e nei cuori

    Un viaggio nella prima nazione ad aver abbracciato ufficialmente il cristianesimo rivela una fede scolpita nell’anima del popolo: dalle croci khachkar a Echmiadzin, dall’Ararat simbolo perduto al Matenadaran custode di manoscritti, fino alla memoria del genocidio. Lingua, religione e alfabeto restano i pilastri di un’identità che resiste.

    COMMENTO

    La realtà del Nagorno-Karabakh: la croce nel silenzio delle montagne

    Il Nagorno-Karabakh, storica terra armena, oggi è svuotato dei suoi abitanti dopo l’offensiva azera del 2023 che ha causato l’esodo di 120.000 armeni. Murales, preghiere e silenzi testimoniano un dolore profondo. L’accordo di pace non menziona l’esilio, lasciando aperta la ferita di un popolo.

    Ashotsk, l’ospedale nella steppa voluto da San Giovanni Paolo II nella missione di Padre Mario

    Un ospedale nato dopo il terremoto del 1988 ad Ashotsk, nel nord dell’Armenia, è oggi punto di riferimento per villaggi isolati. Guidato da oltre 35 anni da Padre Mario Cuccarollo, religioso camilliano vicentino, unisce cure mediche e attenzione umana in una terra povera e segnata da gelo e isolamento.

    News più lette