Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (16 dicembre 2025)
Advertisement
  • Profughi siriani in Libano: vite in bilico tra respingimenti e diritti violati

    In Libano è un piccolo Paese con circa 6 milioni di abitanti. Lo scoppio della guerra in Siria, nel 2011, ha alimentato un crescente afflusso di profughi. Fino al 2014, l’apertura delle frontiere ha permesso ad oltre 1,5 milioni di siriani di entrare in Libano. Ma negli ultimi mesi, il governo di Beirut ha cambiato la propria politica adottando strategie di respingimento “dirette e indirette, volte a far tornare i profughi siriani nel loro Paese”, in base al “presupposto non provato” che la Siria è ora “uno Stato sicuro” in cui poter tornare. A denunciare questa inversione di rotta è la Comunità Papa Giovanni XXIII con un dossier intitolato “Ritorno in Siria: uccidere o essere uccisi”.

    Violazioni dei diritti umani

    Ad essere violato è in particolare un principio, sancito dall'articolo 3 della “Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti”, di cui il Libano è firmatario: “nessuno Stato espelle, respinge né estrada una persona verso un altro Paese qualora vi siano serie ragioni di credere che in tale Stato essa rischia di essere sottoposta a tortura”. Nel dossier della Comunità Papa Giovanni XXIII si sottolinea che in realtà tale principio di non-refoulement, ovvero di non respingimento, è violato con molteplici azioni compiute dall'esercito e dalle forze di sicurezza libanesi. Tra queste, “un aumento esponenziale delle deportazioni forzate, la distruzione di case e campi profughi informali siriani, sfratti di massa, l’inasprimento delle misure contro i lavoratori non autorizzati, la limitazione della possibilità per i bambini siriani di ottenere un permesso di soggiorno”.

    Continua a leggere su VaticanNews.

    News correlate

    Siria, attentato suicida in una chiesa a Damasco

    Un uomo si è fatto esplodere tra i fedeli nella chiesa di Sant'Elia, nel quartiere di Dwelaa, mentre era in corso la Messa. Nessun bilancio ufficiale al momento ma dalle prime ricostruzioni si parla di 30 tra feriti e morti, tra cui minori.

    Giornata mondiale del rifugiato: un mondo in fuga

    Sono 122 milioni i profughi e gli sfollati da guerre, fame, mutazioni climatiche e impoverimenti successivi. Ma non vanno lontano, si fermano negli Stati limitrofi.

    America centrale: le Chiese al fianco degli espulsi di Trump

    Espulsi brutalmente dagli USA, migranti da Africa, Asia e America Latina trovano soccorso e dignità nelle Chiese cristiane d’America Centrale, che colmano il vuoto istituzionale offrendo alloggio, cure mediche e supporto psicologico.

    COMMENTO

    Medio Oriente: ma non sarebbe solo un morto tra tanti altri?

    Una riflessione sulla morte e le morti nella regione dopo la falsa notizia che annunciava nei giorni scorsi il ritrovamento del corpo di padre Dall'Oglio, il gesuita scomparso a Raqqa, nel Nord della Siria, nel 2013.

    Siria: smentita la notizia del ritrovamento del corpo di padre Dall'Oglio

    Secondo Syria Justice and Accountability Centre, organizzazione non governativa finanziata da Germania e Stati Uniti, che si occupa di rintracciare le persone scomparse dallo scoppio della guerra in Siria nel 2011, non è avvenuta alcuna esumazione di cadaveri in fosse comuni vicino a Raqqa.

    Unicef: oltre il 75% dei bambini siriani è nato in guerra

    In 14 anni di conflitto si stima siano nati oltre 8,7 milioni bambini (il 75% dei 10.5 milioni totali del Paese).

    News più lette