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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Migranti nella Rotta dei Balcani

    Giornata mondiale del rifugiato: un mondo in fuga

    Sono più di 122 milioni i profighi e gli sfollati presenti nel mondo. Un numero mai visto prima e che aumenta inesorabilmente ogni anno. Così come aumentano guerre e situazioni di crisi (anche climatica), mentre diminuiscono gli aiuti umanitari. Una fotografia a tinte fosche in occasione della Giornata mondiale del rifugiato

    Aumenta inesorabilmente anche quest’anno il numero delle persone costrette a fuggire dalle proprie case: uomini, ma soprattutto donne e bambini che vivono in condizioni di grande precarietà e vulnerabilità in un mondo squassato da guerre, violenze e crisi climatica.

    I dati resi noti dall’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi 20 giugno sono sempre più drammatici e allarmanti.

    Secondo il rapporto Global Trends 2025, sono infatti più di 122 milioni i profughi e gli sfollati nel mondo, un dato in crescita ormai da una decina d’anni.

    Su tutte queste persone in fuga incombe anche l’incubo dei tagli agli aiuti umanitari – e in particolare della chiusura dell’agenzia di statunitense Usaid – che rischiano di provocare ulteriori movimenti forzati, anche verso l’Europa e l’Italia.

    «Viviamo in un periodo di intensa volatilità nelle relazioni internazionali, con la guerra moderna che crea un panorama fragile e straziante, segnato da un’acuta sofferenza umana. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per cercare la pace e trovare soluzioni durature per i rifugiati e le altre persone costrette a fuggire dalle loro case», ha dichiarato l’Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi.

    Papa Francesco parlava di una vera e propria “guerra mondiale a pezzi”: una guerra di guerre, a cui ogni giorno, purtroppo, si aggiungono nuovi fronti. E un numero folle di persone che muoiono o sono costrette a fuggire dentro o fuori i loro Paesi.

    Le crisi più gravi – sia in termini di persone in fuga sia dal punto di vista umanitario – riguardano in particolare i tre grandi conflitti attualmente in corso in Sudan, Myanmar e Ucraina. Ma anchele crisiincancrenite di Siria e Afghanistan. Per non parlare della Striscia di Gaza, la cui devastazioneche va ad aggiungersi alle sofferenze di milioni di palestinesi che da decenni vivono lontani dalla propria terra.

    Chi accoglie?

    Contrariamente alla percezione diffusa nelle regioni più ricche del mondo, il 67% dei rifugiati rimane nelle nazioni limitrofe, che spesso sono anche Paesi a basso e medio reddito. Qui si concentra il 73% dei rifugiati. Questi Paesi rappresentano il 9% della popolazione mondiale e solo lo 0,6% del prodotto interno globale, eppure ospitano il 19% dei rifugiati. A titolo di esempio vi sono popolazioni di rifugiati molto numerose in Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Sudan e Uganda per quanto riguarda l’Africa. Ma anche Turchia, Iran, Bangladesh, Pakistan accolgono molti milioni di persone.

    Il 60% delle persone costrette a fuggire non lascia mai il proprio Paese: secondo Unhcr, infatti, sono 73,5 milioni gli sfollati interni e 42,7 milioni i profughi. E spesso sono i primi – si veda, a titolo di esempio, il caso drammatico del Sudan – quelli più difficilmente raggiungibili dagli aiuti.

    Anna Pozzi/mondoemissione/red

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