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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • I ragazzi di IV media di Tesserete con i giovani migranti del centro Pasture al museo Vela di Ligornetto

    Ragazzi ticinesi e migranti si incontrano al museo Vela

    di Francesco Muratori*

    «I fatti sono questi: il 2017 è stato uno degli anni più drammatici per quanto riguarda le migrazioni, uno degli ultimi anni più importanti per il numero di afflusso di persone che sono arrivate attraverso il Mediterraneo, dal Nord Africa verso le coste italiane. È un fatto che ci riguarda direttamente perché l’Italia, come la Svizzera, sono anche Paesi di transito. Si arriva qui per poi andare nel Nord Europa, ricongiungersi in Francia, in Germania, con le famiglie che sono già lì. Ci riguarda direttamente perché le persone che vedete in questo documentario un po’ di tempo dopo, mesi, magari qualche anno, comunque sono arrivate alla frontiera sud della Svizzera, in Ticino». Così ho iniziato il mio intervento nella 4a media di Tesserete (Capriasca). Sono stato invitato perché nelle giornate di sensibilizzazione, i maestri, fanno vedere il documentario che ho realizzato a bordo della nave «Aquarius» della ONG «SOS Mediterranee» nel 2017, in preparazione alla seconda giornata quando incontreranno i giovani richiedenti l’asilo del centro «Pasture» di Chiasso.

    «Quello che noi tocchiamo in questa giornata è l’incontro con l’altro. Dunque l’idea di conoscere persone simili o anche con un’esperienza di vita distante da noi e offrire l’occasione di conoscenza della realtà ai nostri ragazzi». Così racconta la maestra Samantha Rinaldi. Sabato a «Strada Regina», ore 18:35 LA1, andrà in onda il percorso che ho fatto con i ragazzi di Tesserete prima in classe e poi al museo Vincenzo Vela a Ligornetto. «È importante questo museo perché cosi rispondiamo al volere di Vincenzo Vela. Voleva lasciare questa casa alla gente e anche durante tutta la sua vita lui si è dedicato alla gente con difficoltà. E noi stiamo continuando la sua volontà. L’arte e la bellezza sono un linguaggio universale. Infatti parla a tutti: anche senza parole, comunica». Dice Sara Matasci, collaboratrice scientifica del Museo Vela.
    Sui banchi di scuola si gioca la società del futuro, sotto tutti i punti di vista, saranno le generazioni che costruiranno il Cantone, la Svizzera, il mondo. «Che seme pensate di gettare oggi che poi germoglierà?», chiedo alla maestra Samantha Rinaldi. «Sicuramente questo aspetto della conoscenza, dell’apertura, saper accogliere e saper essere aperti e il desiderio, forse anche di conoscere ciò che è diverso da noi. Soprattutto poter costruire anche un proprio pensiero e non solo essere collegati a quello che i media ci dicono».
    E i ragazzi? Curiosi, attenti, informati e aperti al confronto hanno posto diverse domande ai giovani migranti: «Cosa vi siete portati per il viaggio? Che cosa cercate? Cosa vorreste fare ora che siete in questo Paese? Qual è il vostro piatto preferito?».
    Attraverso una giornata basata su attività e giochi «sensoriali», per superare le barriere linguistiche e culturali, in un contesto museale bellissimo si è creata un’alchimia che spezza i giudizi e i pregiudizi. La conoscenza avvicina anche oltre le notizie che la cronaca di questi mesi hanno riportato su giovani richiedenti l’asilo. Per questo sottolinea Erik Thurnherr, della segreteria della migrazione: «Prima di tutto bisogna capire chi sono questi bambini e questi giovani che abbiamo di fronte. Sono giovani fuggiti che hanno alle spalle un lungo viaggio, una lunga fuga. Vengono forse da un Paese devastato dalla guerra. Durante la fuga hanno spesso subito violenza, forse abusi. E poi arrivano qui da noi e devono in qualche modo ritrovare una vita normale».

    * giornalista di Strada Regina

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