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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Ruolo della donna, abusi, diaconato. Il colloquio di Papa Francesco con le religiose

    “Siete un gruppo variegato… crescere è rischioso, ma lo è di più non crescere. Alla fine rimani piccolo, un infante che è peggio. Il problema degli abusi non si risolve in un giorno. E’ iniziato un processo: è una cosa che da 20 anni noi non avevamo coscienza e ne stiamo prendendo con benedetta vergogna. Dobbiamo andare avanti passo passo. Alcune organizzazioni non sono rimaste contente dell’incontro di febbraio. Li capisco ma ho detto che se avessimo impiccato 100 preti abusatori sarebbero stati tutti contenti ma non avremmo risolto il problema”. Lo ha detto il Papa parlando a braccio nell’Aula Paolo VI alle partecipanti all’Incontro dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali, in occasione della XXI Assemblea Plenaria.

    Si è incominciato un processo: ieri è uscito un altro documento e così, lentamente, stiamo facendo un processo, stiamo prendendo coscienza, con tanta vergogna, una benedetta vergogna.
    Francesco ha aggiunto che l’abuso delle religiose è un problema serio. Ed è un problema grave, ha affermato, anche l’abuso di potere, l’abuso di coscienza. Il Papa ha sottolineato, in particolare, che le religiose non devono “diventare le domestiche di un chierico”. Devono svolgere la loro missione nella dimensione del servizio, non in quella della servitù: “ Il servizio sì, la servitù no. Ti sei fatta religiosa non per diventare domestica di un prete”.

    Il diaconato femminile. “Ho detto sì alla commissione - ha ricordato Francesco - che ha lavorato bene e sono arrivati a un certo punto fino a quando ognuno aveva la propria idea. Io vi consegno il risultato del poco accordo che hanno raggiunto. Io ho con me le relazioni personali dei membri della commissione. Non posso fare decreti sacramentali senza fondamento teologico e storico. Il lavoro andrà avanti”.

    “Dobbiamo chiederci - ha proseguito il Pontefice - qual è il lavoro della suora nella Chiesa. Non sbagliare pensando che sia solo un lavoro funzionale. Si deve andare oltre le funzioni. La Chiesa è femminile perché è donna: è la realtà, è la sposa di Gesù. Dobbiamo andare avanti nella teologia della donna. La Chiesa non è solo dogma e storia. La Chiesa si sviluppa nel cammino, nella fedeltà alla Rivelazione. La parola chiave è svilupparsi. Noi col tempo capiamo meglio la fede. La natura stessa della Rivelazione è in movimento continuo. La pena di morte non è accettabile, è immorale… 50 anni fa no. Si è sviluppata la coscienza morale. La testimonianza, la necessità della testimonianza. Non servono solo le cose storiche e dogmatiche. Noi dobbiamo crescere continuamente. Ogni congregazione fa il suo discernimento. Abbiamo bisogno di discernere: tutto è in cammino ma camminiamo sulla strada della Rivelazione”.

    “L’incontro con la fragilità - ha osservato ancora Papa Francesco - ci fa capire cosa è successo quando Dio manda suo Figlio sulla terra. Gesù prende la nostra umanità la nostra fragilità. Non bisogna aver paura ma avvicinarsi alla fragilità umana: questo non è beneficienza ma un atto teologico. LA fragilità è lo specchio dell’incarnazione del Signore. La maternalità della Chiesa e della Madonna hanno un riflesso nella donna consacrata. Chi vede una suora, vede la Chiesa e vede Maria”.

    XXI Assemblea plenaria dell’Uisg

    La XXI Assemblea plenaria dell’Unione Internazionale Superiore Generali (Uisg), iniziata a Roma lo scorso 6 maggio, è stata incentrata sul tema “Seminatrici di speranza profetica”. Alla riunione, che si è conclusa oggi, hanno partecipato circa 850 Superiore Generali, provenienti da 80 diversi Paesi. Tra i temi affrontati anche quello dell’interculturalità. LUnione Internazionale Superiore Generali è un’organizzazione mondiale di Superiore Generali di Congregazioni religiose femminili, approvata canonicamente. È un foro internazionale dove le Superiore Generali condividono esperienze e scambiano informazioni. Attualmente, è composta da 1900 membri provenienti da più di 100 Paesi e rappresenta oltre 450.000 religiose

    ACI Stampa/VaticanNews/red

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