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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Un gruppo di scout a Lourdes

    Al Sinodo con lo stile degli scout

    La fase di consultazione sinodale, giunta in Diocesi ormai al termine, ha coinvolto anche le sezioni scout ticinesi che si sono ritrovate per discutere sulle tematiche proposte, come ci racconta don Marco Notari, assistente del Gruppo Sezioni Scout Cattoliche. La partecipazione sinodale nelle diverse sezioni è stata proposta e vissuta con lo stile tipico dello scoutismo, ovvero attraverso il gioco e l’aspetto teatrale e il contributo alla consultazione è stato inviato in formato audiovisivo: «In questo modo – spiega don Marco – ci è sembrato di sottolineare che nella presenza ecclesiale non si deve mai rinunciare alla propria identità. L’idea di fondo che emerge dai video è che lo scoutismo è di per sé sinodale al suo interno, e che fa più fatica a esserlo all’esterno, verso le comunità parrocchiali ad esempio. Il primo tema, quello sui compagni di viaggio, è stato molto sentito: dalle varie consultazioni emerge che i compagni di viaggio si riconoscono all’interno della sezione».

    Un’altra osservazione nata dalle riflessioni è che «nel tempo attuale, si è notato che nelle sezioni dove manca l’assistente spirituale manca anche il legame con la realtà parrocchiale». Lo scoutismo è infatti un movimento educativo di cui l’aspetto religioso è solamente una delle parti, ma che dunque riesce ad accogliere tutti, vicini e lontani alla Chiesa: «Il cardinale Martini definiva lo scoutismo una “pastorale di frontiera”, e secondo me la realtà degli scout in Ticino è proprio questa, a cavallo tra chi vorrebbe la dimensione religiosa e chi invece è del tutto disinteressato».

    Quella dello scoutismo non è stata l’unica esperienza sinodale vissuta don Marco: «Con alcune famiglie del mendrisiotto ci siamo ritrovati diverse volte e adesso abbiamo deciso di mantenere l’appuntamento tutto l’anno per chiacchierare sui temi del Sinodo, per raccontarsi e condividere percorsi di fede e di vita. La stessa cosa stiamo facendo con il gruppo giovani della parrocchia: ragazzi dai 15 ai 28 anni coi quali ci troviamo e affrontiamo le diverse domande. A mio parere questi sono i frutti più belli di questo Sinodo, che presenta alcuni aspetti deboli – come le domande troppe complicate, o il poco tempo a disposizione – ma che in certe realtà ha saputo coinvolgere i laici e farli sentire parte di una Chiesa in cammino».

    (S.G.)

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