Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (17 dicembre 2025)
Advertisement
  • Francesco: Dio abita tra di noi, raccontiamogli i problemi del nostro tempo

    Facciamo venire Gesù e il Vangelo in mezzo a noi, il Natale ci aiuti ad invitare ufficialmente il Signore nelle nostre vite, nelle nostre fragilità e nelle nostre zone oscure. Papa Francesco, nella prima domenica del nuovo anno, partendo dalla frase dell’odierno Vangelo di Giovanni, “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, invita i fedeli a seguire la Parola di Dio e due binomi che potrebbero sembrare opposti, verbo-carne luce e tenebre:

    Gesù è la luce di Dio entrata nelle tenebre del mondo. Luce e tenebre. Dio è luce: in Lui non c'è opacità; in noi invece, ci sono molte oscurità. Ora, con Gesù si incontrano Luce e tenebre: santità e colpa, grazia e peccato. Gesù, l'incarnazione di Gesù è è proprio il posto dell'incontro, dell'incontro tra Dio e gli uomini, l'incontro tra la grazia e il peccato.

    È così che il Vangelo indica “il modo di agire di Dio”, spiega ancora Francesco:

    Di fronte alla nostra fragilità, il Signore non si tira indietro. Non rimane nella sua eternità beata e nella sua luce infinita, ma si fa vicino, si fa carne, si cala nelle tenebre, abita terre a Lui estranee. E perché fa questo, Dio? Perché scende da noi? Lo fa perché non si rassegna al fatto che noi possiamo smarrirci andando lontani da Lui, lontani dall’eternità, lontani dalla luce. Ecco l’opera di Dio: venire in mezzo a noi.

    Non avere paura 

    Non sarà il sentirsi indegni che fermerà Dio, spiega Francesco, né sarà un rifiuto, né il fatto di non essere pronti e ben disposti ad accoglierlo: 

    E se noi gli chiudiamo la porta in faccia, Lui aspetta. È proprio il Buon Pastore. E l’immagine più bella del Buon Pastore? Il Verbo che si fa carne per condividere la nostra vita. Gesù è il Buon Pastore che viene a cercarci lì dove noi siamo: nei nostri problemi, nella nostra miseria … Lì viene Lui.

    Il Natale, dice il Papa, invita a vedere le cose dal punto di vista del Signore, che desidera incarnarsi:

    Se il tuo cuore ti sembra troppo inquinato dal male, ti sembra disordinato, per favore non chiuderti, non avere paura: Lui viene.. Pensa alla stalla di Betlemme. Gesù è nato lì, in quella povertà, per dirti che non teme certo di visitare il tuo cuore, di abitare una vita trasandata. È questa la parola: abitare. Abitare è il verbo che usa oggi il Vangelo per significare questa realtà: esprime una condivisione totale, una grande intimità. E questo Dio vuole: vuole abitare con noi, vuole abitare in noi, non rimanere lontano.

    Invito alla concretezza

    L’invito ai fedeli è a fare spazio all’ingresso del Signore nelle loro vite, a parole e concretamente, anche in quegli “aspetti della vita che teniamo per noi, esclusivi, dei luoghi interiori nei quali abbiamo paura che il Vangelo entri, dove non vogliamo mettere Dio in mezzo”:

    Oggi vi invito alla concretezza. Quali sono le cose interiori che io credo che a Dio non piacciano? Qual è lo spazio che ritengo soltanto per me e non voglio che Dio venga? Ognuno di noi sia concreto e rispondiamo a questo. “Sì, sì, io vorrei che Gesù venisse ma questo, che non lo tocchi; e questo, no, e questo …”. Ognuno ha il proprio peccato – chiamiamolo per nome. E Lui non si spaventa dei nostri peccati: è venuto per guarirci. Almeno facciamo[glie]lo vedere, che Lui veda il peccato. Siamo coraggiosi, diciamo: “Ma, Signore, io sono in questa situazione ma non voglio cambiare. Ma tu, per favore, non allontanarti troppo”. Bella preghiera, questa. Siamo sinceri oggi.

    "Stalle interiori"

    In questi giorni, è dunque l’indicazione, si accolga il Signore sostando davanti al presepe, rappresentazione di tutti i problemi della vita ordinaria: dai pastori che lavorano duramente, ad Erode che minaccia gli innocenti, alla grande povertà. È in mezzo a tutto questo che Dio “che vuole abitare con noi. E attende che gli presentiamo le nostre situazioni, quello che viviamo”:

    Allora, davanti al presepe, parliamo a Gesù delle nostre vicende concrete. Invitiamolo ufficialmente nella nostra vita, soprattutto nelle zone oscure: “Guarda, Signore, che lì non c’è luce, lì l’elettricità non arriva, ma per favore non toccare, perché non me la sento di lasciare questa situazione”. Parlare con chiarezza, concretezza. Le zone oscure, le nostre "stalle interiori": ognuno di noi ne ha. E raccontiamogli senza paura anche i problemi sociali, i problemi ecclesiali del nostro tempo, anche i problemi personali, anche i più brutti: Dio ama abitare nella nostra stalla.

    La preghiera del Papa è quindi alla Madonna, perché sia lei ad aiutare “coltivare un’intimità maggiore con il Signore”.

    Auguri di pace e di bene per il nuovo anno

    Al termine dell’Angelus, il Papa ha salutato “di cuore” i fedeli riuniti nella Piazza provenienti da Roma e altre parti d’Italia, in particolare associazioni e famiglie: “Vedo bandiere polacche, brasiliane, uruguaiane, argentine, colombiane, venezuelane… Benvenuti tutti”

    In questa prima domenica dell’anno, il Papa ha rinnovato “gli auguri di pace e di bene nel Signore”: “Nei momenti lieti e in quelli tristi affidiamoci a Lui che è la nostra forza e la nostra speranza”. 

    Invitiamo il Signore a venire dentro di noi, venire alla nostra realtà, sia brutta come sia, come una stalla… "Ma, bene, Signore, io non vorrei che tu entrassi, ma guardala, stai vicino”.

    Guarda il video su YouTube

    Vatican News

    News correlate

    Papa: in miglioramento

    Lo annuncia il 4 aprile la Sala Stampa della Santa Sede che comunica che domenica 6 aprile l'Angelus potrebbe svolgersi in maniera differente rispetto a quanto vissuto fino ad ora, durante la malattia del Papa. Nessuna comunicazione riguardo ai riti della Settimana Santa.

    Angelus: Il Papa si affaccia dal Gemelli tra emozione e fatica

    Le prime immagini di Bergoglio dopo la lunga degenza mentre saluta i fedeli e li benedice dalla finestra dell'ospedale romano. Nel pomeriggio del 23 marzo il rientro in Vaticano per una convalescenza di due mesi. Tanta l'emozione della gente nel rivedere il Papa.

    Francesco: vicino ai malati, fragili come me. Grazie bambini, il Papa vi vuole bene

    Nel testo dell'Angelus preparato dal Pontefice, Francesco ricorda che nella malattia nulla può impedire di amare e pregare, esorta a guardare chi è accanto nella prova, riflesso della luce di Dio.

    Il Papa: mai negare la Shoah, debellare l’antisemitismo. Cessino le ostilità in Sudan

    Francesco a fine Angelus chiede, alla vigilia della Giornata della Memoria, che mai si dimentichi l'Olocausto e esorta ad educare i giovani ad "avere un cuore aperto a tutti".

    Francesco: aprire finestre di luce nelle notti più oscure dell'umanità

    Il Papa, all’Angelus domenicale della vigilia della celebrazione dell’Epifania, invita gli uomini a fare il primo passo per uscire dalle difficoltà e a imitare il Signore per ritrovare la luce in un tempo in cui “c’è bisogno di speranza e di pace”.

    Il Papa: in famiglia non teste basse sul cellulare ma aperte al dialogo

    Il Pontefice all’Angelus si sofferma sulla Famiglia di Nazaret, un modello che ci insegna a comprendere il valore dell’ascolto reciproco. “Una famiglia che non comunica - sottolinea Francesco - non può essere una famiglia felice”

    News più lette