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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Mons. Alain de Raemy

    1. agosto, mons. de Raemy: "Il bene comune sia interesse di tutti, perché solo insieme possiamo raggiungerlo"

    di Mons. Alain de Raemy*

    Abitiamo un Paese prosperoso. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che ci furono tempi difficili di carestia e di grande povertà. Molti nostri avi hanno dovuto emigrare. Il nostro Paese, però, ha sviluppato presto le sue potenzialità nell’ambito delle risorse umane, a tutti i livelli: dall’operaio all’accademico. Questo, alla fine, ha permesso a tutti di trovare un posto a casa!

    Il solido e libero principio di sussidiarietà che ci contraddistingue, segna quasi da sempre le nostre istituzioni. Il Comune, il Cantone e anche la Confederazione permettono, volendo, il coinvolgimento attivo di tutti. Le numerose opportunità di lavoro e di partecipazione politica sono davvero preziosissime, ma non proteggono automaticamente da possibili allontanamenti. L’adesione di tutti, sempre possibile, è anche una sfida permanente che coinvolge ciascuno di noi!

    Come nell’ambito spirituale, anche perlanostraconvivenzasocialec’èil pericolo della comodità, che ci rende più individualisti ed egoisti. Avendo tutto quello che serve alla mia vita materiale, perché preoccuparmi di altro? I bassi numeri di partecipazione alle votazioni e alle elezioni dimostrano lo scarso interesse di molti verso il bene comune.

    Certo, lo sforzo richiesto a ciascuno per informarsi sulle vicende sottoposte al discernimento di tutti può essere grande. Ma questo aspetto è proprio quello che ci porta alla relazione con gli altri: dobbiamo chiedere aiuto per arrivare a conoscere e a tenere in conto tutti gli aspetti della questione su cui siamo chiamati ad esprimerci.

    Attualmente, in Chiesa si parla tanto di sinodalità. Una parola greca che significa camminare insieme, ossia interessarsi del nostro bene comune in quanto credenti. Anche la parola «Chiesa» lo esprime: l’ecclesia è l’assemblea dei convocati, tutti chiamati da Dio.

    «Insieme» è dunque una parola chiavedell’esserecristiano:nessuno può essere lasciato da parte! Non c’è un solo membro del Corpo – qui inteso come il Corpo della Chiesa – che non abbia una sua funzione precisa. Anzi, anche fuori dalla Comunità siamo chiamati ad interessarci perfino dei nemici, per condividere con loro i modi di Dio.

    In questo caso, lo sforzo individuale richiesto per il bene comune è quello della fede, che ci porta di per sé alla ricerca spontanea di condivisione. Pertanto, c’è un rischio di distaccarsi sia dalla democrazia, che dalla Chiesa. Se i pochi che partecipano decidono tutto per tutti, si arriva talvolta alla convinzione di dover lasciar perdere…come se le cose non potessero cambiare!

    Ma c’è anche il peso del pensiero unico, di quello che sembra sia per forza oggi così, che non cura la via del discernimento. Ecco, quindi, cosa chiede la festa nazionale del 1. agosto a tutti i cittadini e a noi cristiani: e se tu mancassi?

    * Amministratore apostolico della diocesi di Lugano

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