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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (17 dicembre 2025)
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  • Il Papa: "Tutti i conflitti sono una tragedia"

    Non stanchiamoci di pregare per la pace, in modo speciale per il popolo ucraino, tanto provato. E non trascuriamo le altre guerre, purtroppo spesso dimenticate, e i numerosi conflitti e scontri che insanguinano molti luoghi della Terra; tante guerre ci sono oggi… Interessiamoci di quello che accade, aiutiamo chi soffre e preghiamo, perché la preghiera è la forza mite che protegge e sostiene il mondo”. Queste le parole di Papa Francesco all’Angelus, con l’invito a non dimenticare le sofferenze causate, in Ucraina e non solo, dalle armi che alimentano i conflitti.

    La guerra in Ucraina mostra che “tutte le guerre sono disastri totali, per i popoli e per le famiglie, per i bambini e per gli anziani, per le persone costrette a lasciare il loro Paese, per le città e i villaggi, e per il creato”, così come è stato a seguito “della distruzione della diga di Nova Kakhovka”, ha scritto Francesco ai membri della Delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, ricevuti in udienza in occasione della celebrazione dei santi Pietro e Paolo del 29 giugno. Ai fratelli del Patriarcato, ai quali è stato consegnato il discorso, Francesco ha chiesto uno sforzo comune per arrivare alla pace.

    “Come discepoli di Cristo, non possiamo rassegnarci alla guerra, ma abbiamo il dovere di lavorare insieme per la pace. La tragica realtà di questa guerra che sembra non avere fine esige da tutti un comune sforzo creativo per immaginare e realizzare percorsi di pace, verso una pace giusta e stabile. Certamente, la pace non è una realtà che possiamo raggiungere da soli, ma è in primo luogo un dono del Signore. Tuttavia, si tratta di un dono che richiede un atteggiamento corrispondente da parte dell’essere umano, e soprattutto del credente, il quale deve partecipare all’opera pacificatrice di Dio. È il Vangelo, ha aggiunto Francesco, a mostrare ai cristiani che la pace “non viene dalla mera assenza di guerra, ma nasce dal cuore dell’uomo”.

    A ostacolarla, infatti, è in ultima analisi la radice cattiva che ci portiamo dentro: il possesso, la volontà di perseguire egoisticamente i propri interessi a livello personale, comunitario, nazionale e persino religioso.

    L’amore di Dio converte e rinnova i cuori, “è un amore gratuito”, dice ancora Francesco, e “non confinato al proprio gruppo”, che va annunciato, così come va testimoniato Gesù al mondo.

    In un messaggio al Meeting Internazionale “La Scienza per la Pace” che si è tenuto a Teramo in Abruzzo, Francesco ha esortato nella stessa logica a “sostenere la costruzione di una rinnovata prossimità”, chiamando a questa “responsabilità storica” quanti sono coinvolti nella ricerca scientifica. Ricordando quanto raccomandava san Paolo VI nel 1954: “Oggi la carità intellettuale deve suscitare nella persona il ‘pensare in grande’” e sottolineando che” solo l’armonia tra conoscenza e amore, tra fede e ragione, può rispondere ai bisogni dell’essere umano”.

    Nel testo, Papa Francesco si è riferito alle nuove generazioni ancora con le parole di Papa Montini agli uomini di pensiero alla chiusura del Concilio Vaticano II: “Continuate a cercare, senza stancarvi, senza mai disperare della verità”. Perchè, ha concluso Francesco, nella verità e nella carità è la via della pace.

    Fonte: farodiroma

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