Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
Advertisement
  • Il sacerdote gesuita Marc-Stephan Giese SJ durante un ritiro nel deserto del Wadi
Rum, in Giordania. (Foto: «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)»)

    In Ticino la testimonianza del reverendo Marc- Stephan Giese SJ dalla Giordania

    «Il Battesimo di Gesù e il martirio di Giovanni il Battista sono i due elementi che caratterizzano l’identità dei cristiani giordani», ha affermato il reverendo Marc- Stephan Giese SJ. Il sacerdote gesuita tedesco è da poco ritornato dalla Giordania in Germania. Per tre anni ha lavorato nella parrocchia internazionale della capitale della Giordania, Amman. Dal 2 al 10 settembre, in diverse parrocchie della Svizzera, racconterà la vita della minoranza cristiana in Giordania.

    In Ticino sarà presente per celebrare l’Eucarestia e per una testimonianza nelle presenti località: a Quartino, sabato 2 settembre – ore 18 S. Messa nella chiesa S. Nicola da Bari; a Minusio, domenica 3 settembre – ore 8.30 S. Messa nella chiesa S. Quirico a Rivapiana e alle ore 10 nella chiesa parrocchiale S. Rocco; a Locarno Monti, lunedì 4 e martedì 5 settembre – ore 07.30 S. Messa nel Monastero Carmelo S. Giuseppe.

    «La Giordania mi ha entusiasmato, perché è la Terra Santa, la comunità cristiana lì ha una storia: Gesù ha operato nell’attuale Giordania ed è stato battezzato lì», riferisce il reverendo padre Giese. I cristiani giordani appartengono alle più antiche comunità cristiane del mondo. La Giordania è parte della «Terra Santa» e possiede numerosi siti biblici, che attirano pellegrini e turisti. In particolare, il luogo in cui Gesù fu battezzato da Giovanni il Battista e il luogo in cui Giovanni il Battista fu decapitato.

    Una parrocchia internazionale come luogo di incontro di culture

    Il reverendo Giese sino a poco tempo fa è stato parroco della parrocchia anglofona della capitale della Giordania. «Quando sono arrivato ad Amman, sono stato un po’ sopraffatto dal caos di questa città di quattro milioni di abitanti. C’è molto traffico e inquinamento, ma è anche una città molto ospitale e sono stato accolto bene». Il sacerdote gesuita desiderava condividere questa ospitalità con altri: «Mi ha colpito che questa parrocchia fosse un luogo di incontro tra culture diverse. La parrocchia internazionale conta, oltre ai giordani, anche molti rifugiati da altri Paesi, come l’Iraq, la Palestina, il Sudan, la Somalia.

    La Chiesa offre una casa ai rifugiati

    Sono rimasto impressionato nel vedere come i cristiani di origini differenti possano imparare l’uno dall’altro e come possano lasciarsi ispirare dalla fedeltà alla fede dei giordani. Con il sostegno di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)», insieme ad altri membri della comunità, abbiamo organizzato per i rifugiati, degli eventi come dei pellegrinaggi ai luoghi biblici del Paese, affinché potessero conoscere meglio il Paese e la loro fede. Inoltre, abbiamo organizzato ritiri spirituali e corsi per la fede.», continua il sacerdote Giese. «Le attività culturali, come la danza, lo sport e il teatro sono spesso condotte dai rifugiati stessi, ma sono aperte a tutti. Con queste offerte incoraggiamo il dialogo e contribuiamo all’integrazione dei rifugiati», conclude il reverendo Giese.

    Presenza cristiana in pericolo

    Malgrado i numerosi cristiani che cercano rifugio nel Paese, da decenni la percentuale dei cristiani in Giordania è in calo. Nel 1930 era ancora del 20%. Oggi i cristiani rappresentano circa l’1,3% della popolazione. Inoltre, vi sono delle differenze regionali.
    «La vita dei cristiani in città è molto diversa da quella in campagna. In campagna la vita è dura. Sempre più spesso i giovani cristiani lasciano i loro villaggi e si trasferiscono nelle città dove possono conseguire un certo livello di benessere. In particolare, i cristiani con una buona formazione spesso emigrano all’estero, provocando un’emorragia della comunità cristiana», constata il sacerdote Giese.
    Attraverso i progetti di «Aiuto alla Ciesa che Soffre (ACN)» la Chiesa in Giordania riceve sostegno per il suo lavoro. «La Chiesa in Giordania è povera, ma è ricca di fede e di speranza, perché il mondo si mostra solidale con i cristiani in Giordania», afferma il reverendo Giese. L’Opera caritativa sostiene, in particolare, le parrocchie con veicoli per i parroci, promuove il lavoro con i rifugiati e permette la formazione scolastica dei bambini dei rifugiati.

    Il reverendo Marc-Stephan Giese SJ

    Marc-Stephan Giese è nato nel 1978 a Celle, in Germania. Ha studiato filosofia e teologia all’università Sankt-Georgen a Francoforte, a Roma e a Cochabamba (Bolivia) e nel 2004 è entrato nell’ordine dei gesuiti. Nel 2010 è stato ordinato sacerdote e successivamente è stato attivo nel lavoro con i giovani, come insegnante e come assistente spirituale nelle parrocchie in Germania. Dal 2014 è stato cappellano a Stoccolma, in Svezia, dove ha lavorato nella pastorale con i rifugiati. Dal 2018 si è preparato in Libano ai suoi nuovi incarichi in Giordania. Dopo tre anni ad Amman/Giordania, dall’inizio del 2023 lavora come cappellano universitario e cittadino a Potsdam.

    Rifugiati cattolici nella parrocchia di Amman, Giordania. (Foto: «Aiuto alla Chiesa

    che Soffre (ACN)»)

    L’Opera caritativa «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» ha messo a disposizione circa CHF 85'000 per
    progetti in Giordania nel 2021. Con la vostra donazione potete sostenere il lavoro della Chiesa cattolica in Giordania.

    Donazioni con l’annotazione «Giordania» possono essere inviate a:

    Aiuto alla Chiesa che Soffre
    Cysatstrasse 6, 6004 Lucerna, Telefono 041 410 46 70
    Email: mail@aiuto-chiesa-che-soffre.ch; Internet: www.aiuto-chiesa-che-soffre.ch
    Conto corrente postale 60-17200-9; IBAN 55 0900 0000 6001 7200 9

    News correlate

    Diocesi: il prossimo 18 ottobre il Giubileo dei movimenti

    A colloquio con Marco Ciamei, dell'équipe diocesana che ha organizzato l'evento, sul senso della Giornata e lo spirito con il quale verrà vissuta.

    Padre Jaroslaw Bartkiewicz: “In Bulgaria lavoriamo per le generazioni future”

    Il francescano padre Jaroslaw Bartkiewicz, missionario in Bulgaria, sarà ad Agno l’11 e 12 ottobre per raccontare la vita della piccola comunità cattolica del Paese e i progetti sostenuti da “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. In Collegiata anche una mostra sui cristiani perseguitati.

    La ticinese Valentina Anzini protagonista della newsletter dei vescovi svizzeri

    La giovane teologa, docente di religione, coordinatrice della pastorale giovanile diocesana, collaboratrice dell'Archivio storico diocesano e vice presidentessa della commissione sinodale svizzera si racconta su Lumen, offrendo anche spunti per il cammino sinodale. Guarda il video.

    no_image

    «Nella vita siate sempre felici», l’eredità della piccola Melissa

    La famiglia Fico di Lamone racconta per la prima volta la storia di Melissa, scomparsa a 11 anni dopo una dura lotta contro un tumore, testimoniando la sua fede che ha lasciato in dono. Domenica 7 settembre alle 15, parteciperanno al Giubileo diocesano delle famiglie in lutto a Giubiasco Angolo Incontro con il Vescovo Alain.

    La testimonianza della ticinese Esmeralda Mattei, nuova Dama dell'Ordine del Santo Sepolcro

    A Soletta, il 31 maggio, è avvenuta l'investitura quale nuova Dama dell'Ordine. Con lei una delegazione ticinese, in occasione del 75esimo delle investiture in Svizzera. L'Ordine oggi conta, in tutto il mondo, 30'000 aderenti. Nella missione dell'Ordine vi è il sostegno ai fedeli della Terra Santa.

    Il 5 e 6 ottobre padre Georges Aboud parlerà a Poschiavo della situazione del suo Paese, la Siria

    IL sacerdote appartiene alla Chiesa cattolica greco-melchita, che è unita a Roma È ospite di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)», che opera anche in Siria.

    News più lette