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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Migranti, nunzio Usa: "erigere muri è diventata una moda"

    “Erigere i muri è diventata ormai una moda per affrontare il tema delle migrazioni. Ma questo non libera le persone dalla loro solitudine o dalla paura interiore”. Lo ha detto il nunzio apostolico negli Stati Uniti, mons. Christophe Pierre, ieri durante l’incontro inaugurale del Meeting di Rimini, organizzato da Comunione e Liberazione.

    La vera rivoluzione

    Secondo il diplomatico, occorre promuovere il “dialogo con le persone con culture diverse dalle nostre” e “andare all’incontro con l’altro disarmati”. Mons. Pierre ha anche osservato che “siamo alle soglie di un cambiamento epocale”. “Parliamo di una rivoluzione tecnica, una rivoluzione delle comunicazioni con internet e smartphones. Alcuni parlano ancora di rivoluzioni marxiste e socialiste; mentre altri credono in un ritorno al nazionalismo”, ha osservato il nunzio chiedendo “qual è la vera rivoluzione?”. “La vera rivoluzione è quella del cuore”, ha risposto.

    Infine, riflettendo sulla trasmissione della fede ai giovani, mons. Pierre ha ribadito che “il mondo di oggi ha bisogno di testimoni: genitori, educatori, politici, compagni di lavoro e sacerdoti. È per questo motivo che il Santo Padre come don Giussani – ha ricordato il nunzio – vuole una Chiesa vicina alla gente, una Chiesa che non sia autoreferenziale ma sia in uscita con la gioia del Vangelo”.

    Intanto, Unicef, in un suo recentissimo rapporto, denuncia: 68.409 bambini migranti sono stati detenuti in Messico fra il 2016 e aprile 2018, il 91% dei quali sono stati espulsi verso l’America Centrale. Circa 96.216 migranti dall’America centro-settentrionale, fra cui 24.189 donne e bambini sono stati rimpatriati dal Messico e dagli Stati Uniti fra gennaio e giugno di quest’anno; oltre il 90% è stato espulso dal Messico.

    Senza casa

    «Milioni di bambini nella regione sono vittime di povertà, indifferenza, violenza, migrazioni forzate e paura di essere espulsi», ha dichiarato Marita Perceval, direttore regionale dell’Unicef per l’America Latina e i Caraibi. «In molti casi, i bambini che sono rimandati nei loro Paesi d’origine non hanno nessuna casa in cui tornare, e finiscono per essere sommersi dai debiti o sono presi di mira dalle gang criminali. Essere riportati a situazioni invivibili rende più probabile una nuova migrazione».

    Ridurre le cause scatenanti

    Secondo il rapporto dell’Unicef, estrema violenza, povertà e mancanza di opportunità non sono soltanto cause delle migrazioni irregolari di bambini dall’America centro-settentrionale (El Salvador, Guatemala e Honduras) e dal Messico, ma anche conseguenze delle espulsioni dal Messico e dagli Stati Uniti, evidenzia l’agenzia dei vescovi italiani. L’Unicef ha invitato i governi «a lavorare insieme per attuare delle soluzioni che aiutino a ridurre le cause scatenanti delle migrazioni irregolari e forzate ed a tutelare il benessere dei bambini rifugiati e migranti durante il viaggio».

    Lo scandalo degli abusi

    “Conosco bene i vescovi americani e vedo una preoccupazione seria che è anche quella del Santo Padre", ha quindi concluso mons. Christophe Pierre, riferendosi agli ultimi fatti di nuovi e ripetuti casi di abusi a opera di membri del clero e rivelati nelle scorse settimane negli Stati Uniti. “Tutti i membri della Chiesa, e non solo i vescovi e i preti, devono trovare risposte vere al problema”, ha sottolineato il rappresentante diplomatico della Santa Sede. Risposte che “non devono essere” solo di tipo “giuridico”, perché “sappiamo che non riusciremo mai a evitare il male anche con i migliori sistemi giuridici”. Mons. Pierre ha chiesto discrezione “in questo contesto di scandalo e sofferenza, perché è importante da parte nostra non aumentare la confusione”. “La tentazione – ha ribattuto – sarebbe quella di parlare e straparlare”. Infine, il nunzio ha riflettuto sul fatto che “siamo in un momento di cambio di epoca e di difficoltà di trasmettere la fede” e “lo scandalo è un ostacolo per la trasmissione della fede”.

    Agenzie/red

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