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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Prima Santa Messa dopo i disordini a Jaranwala

    Pakistan: fedeli a Jaranwala si riuniscono per la Messa davanti alla loro chiesa bruciata

    Sotto severe misure di sicurezza, il 20 agosto si sono radunati circa 700 fedeli per la Santa Messa a Jaranwala davanti alla loro chiesa bruciata, riferisce l' Il vescovo Indrias Rehmat della diocesi di Faisalabad ha presieduto la celebrazione eucaristica, dopo i violenti scontri contro i cristiani avvenuti nel Pakistan orientale a metà della settimana precedente.

    «Durante la Santa Messa sono state versate molte lacrime», ha dichiarato un rappresentante della chiesa cattolica St. Paul, che, per motivi di sicurezza, ha voluto rimanere anonimo. «È stato un momento molto doloroso, ma anche un’opportunità per condividere gli uni con gli altri la perdita e il dolore». Oltre 30 poliziotti hanno sorvegliato la S. Messa, eppure la paura serpeggiava tra i partecipanti. Anche i giorni seguenti agli scontri, i cristiani sono stati minacciati e insultati per strada.

    Solidarietà di molti musulmani

    Come riferisce «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» in un comunicato inviato ai media, ci sono però anche molti musulmani che hanno espresso il proprio sdegno per l’accaduto e che hanno promesso di aiutare i cristiani. Molti si sono augurati che i responsabili vengano processati e puniti.

    Al termine dei disordini, molti cristiani sono ritornati a Jaranwala. Un partner di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» ha riferito di essere rimasto sconvolto dal grado di devastazione: «Non hanno trovato più nulla. Dormono per terra, non c’è più luce elettrica. Ma non possono continuare a dormire per strada e nei campi.»

    Le parrocchie hanno nel frattempo distribuito pacchi di generi alimentari, sapone e altri articoli per l’igiene, tazze, piatti e altri articoli perla casa – molti mobili per la casa sono stati completamente distrutti.

    Richieste di pene per i responsabili

    In una dichiarazione congiunta i vescovi cattolici del Pakistan hanno chiesto «di adottare provvedimenti severi contro i colpevoli». I cristiani sono stati terrorizzati da un piccolo gruppo di criminali violenti «per far loro credere che i cristiani in Pakistan sono cittadini di seconda classe». I vescovi hanno ringraziato per la solidarietà ricevuta sia in patria sia dall’estero, ma si sono anche posti la domanda: «Ci sarà giustizia? È molto triste dover dire che l’esperienza del passato dimostra che nulla è successo e che tutto è stato dimenticato.»

    I recenti scontri nella regione di Jaranwala erano iniziati dopo che dei musulmani radicali avevano accusato due cristiani di aver profanato il Corano. Secondo quanto riportato dai riferenti locali di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)», estremisti musulmani hanno distrutto centinaia di case, 24 chiese di diverse confessioni e un cimitero cristiano. Il numero di cristiani in Pakistan è pari al 2% dell’intera popolazione.        

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