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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Mons. Paul Hinder

    Dalla lettera di Natale di mons. Hinder: "Facciamo che il Principe della pace non affondi nella sabbia dei nostri conflitti"

    “Mentre scrivo questa lettera, i Mondiali di calcio in Qatar si sono conclusi. Le controversie relative ai campionati del mondo e alle condizioni in cui sono stati preparati e svolti non mi hanno lasciato indifferente. Alcuni di voi avranno letto la mia intervista sulla Neue Zürcher Zeitung (17 novembre 2022), che ha riscosso sia consensi che critiche. Spero che la discussione sulle condizioni di lavoro dei migranti continui non solo qui ma anche in altre parti del mondo”, così scrive per Natale agli amici, il vescovo Paul Hinder, cappuccino svizzero, vescovo emerito per l’Arabia del Sud, e attuale amministratore apostolico della Chiesa cattolica nell’Arabia Settentrionale. In tale funzione nel 2022 Hinder ha organizzato con il suo staff il viaggio del Papa in Bahrein che così ripercorre: “Il tema della visita, "Pace in terra agli uomini di buona volontà" (Lc 2,14) riecheggia a Natale nel messaggio degli angeli ai pastori di Betlemme. Da cosa dipende la pace? La pace non dipende solo e nemmeno principalmente dalla nostra buona volontà, ma se arriva come dono di Dio, deve essere accettata da noi ed elaborata e applicata con tutte le nostre capacità umane. Sta anche a noi e alla nostra testimonianza di vita non lasciare che il Principe della Pace affondi nel pantano dei piccoli e grandi conflitti: tocca a noi concedergli l'ingresso nella nostra vita: "Spalancate la porta, le porte si aprono, il Signore della gloria sta arrivando", anche nel nostro mondo spesso piccolo-borghese”. E confida un desiderio, lasciandoci una toccante testimonianza: “Nutro ancora la speranza di avere un'altra opportunità di visitare lo Yemen prima che il mio tempo in Arabia giunga al termine, nonostante la situazione di crisi nel Paese. Lo Yemen, nel corso degli anni, mi è sempre stato particolarmente a cuore. L'assassinio di quattro sorelle e di otto membri del loro staff ad Aden, il 4 marzo 2016, e il rapimento di Fr. Tom, avvenuto lo stesso giorno per circa 18 mesi, hanno pesato molto anche su di me. La sofferenza della popolazione continua a gridare al Cielo e non deve lasciarci indifferenti. Le poche suore di Madre Teresa e gli altri credenti rimasti nel Paese meritano la nostra solidarietà fraterna”.

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