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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (16 dicembre 2025)
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  • La canonizzazione di San Josemaria Escriva de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei (2002)

    Il Papa vuole promuovere l’azione evangelizzatrice di tutti i membri dell’Opus Dei

    Con il Motu proprio «Ad charisma tuendum», ossia per tutelarne il carisma, Papa Francesco ha voluto precisare alcune caratterstiche della prelatura dell’Opus Dei, «specificando la sua organizzazione in sintonia alla testimonianza del Fondatore, san Josemaría Escrivá, e agli insegnamenti dell’ecclesiologia conciliare circa le Prelature personali». Un carisma, ribadisce il Papa, al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa e – più precisamente – per «diffondere la chiamata alla santità nel mondo, attraverso la santificazione del lavoro e degli impegni familiari e sociali per mezzo dei chierici in essa incardinati e con l’organica cooperazione dei laici che si dedicano alle opere apostoliche».

    La prelatura personale era stata affidata alla competenza della Congregazione dei Vescovi. Ora il Papa, con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, ha ritenuto più confacente affidarne la competenza al Dicastero per il Clero. A prima vista ciò può risultare sorprendente, considerando che la stragrande maggioranza dei fedeli dell’Opus Dei sono laici. Il Papa scrive che questa scelta è «in considerazione del preminente compito in essa svolto, a norma del diritto, dai chierici (cfr. can. 294, CIC)». In realtà, è vero che i sacerdoti svolgono nell’Opus Dei un ruolo fondamentale e sono imprescindibili, come il fondatore riconobbe con chiarezza. Ciò non toglie tuttavia che il loro compito è soprattutto quello di servire e promuovere la vita spirituale e l’azione apostolica dei loro fratelli laici, come san Josemaría sottolineò con altrettanta chiarezza. Lo stesso Papa Francesco ha spesso ricordato ai preti la necessità di evitare ogni tentazione autoreferenziale e di mettersi generosamente al servizio dei fedeli, senza paura di «sporcarsi le mani» o di avere «l’odore delle pecore». Non si può quindi dubitare che il Dicastero per il Clero lo terrà presente. Il Motu proprio indica comunque che il Dicastero per il Clero, «a seconda delle materie, valuterà le relative questioni con gli altri Dicasteri della Curia Romana».

    Anche se i primi due prelati dell’Opus Dei furono insigniti dell’ordine episcopale, era sempre rimasto chiaro che la prelatura personale, non essendo una Chiesa particolare, non richiede di per sé l’episcopato del suo pastore. Ora la decisione di non conferirgli più l’episcopato è stata intesa da qualcuno come un declassamento della prelatura. Il Papa ha invece detto che con ciò «si intende rafforzare la convinzione che, per la tutela del dono peculiare dello Spirito, occorre una forma di governo fondata più sul carisma che sull’autorità gerarchica». Il prelato dell’Opus Dei ha subito reagito positivamente alle indicazioni del Pontefice, scrivendo ai fedeli della Prelatura che il Papa ci «invita a rafforzare l’ambiente di famiglia, di affetto e fiducia: il prelato deve essere guida, ma, anzitutto, padre». Inoltre, riferendosi all’esortazione del Papa, li ha incoraggiati a curare, vivere e diffondere il carisma dell’Opus Dei, con le seguenti parole: «Vorrei che questo invito del Santo Padre risuonasse con forza in ciascuna e in ciascuno di voi. È un’occasione per capire in profondità lo spirito che il Signore infuse nel nostro fondatore e per condividerlo con molte persone nell’ambiente familiare, professionale e sociale». Una delle principali caratteristiche del pontificato di Francesco è il dare un maggior impulso all’azione missionaria della Chiesa. Ciò emerge chiaramente anche in questo Motu proprio, con cui – dice lo stesso Pontefice – desidera «promuovere l’azione evangelizzatrice che i membri dell’Opus Dei compiono nel mondo».

    prof. don Arturo Cattaneo

    Cambio di competenze: il prelato non sarà più vescovo

    La prelatura dell’Opus Dei resta come era prima. Ma le competenze sulla prelatura, di fatto fino ad ora una sorta di «diocesi senza territorio«, ora sono sotto il Dicastero per il Clero e non sotto il Dicastero per i Vescovi, come stabilito dalla Praedicate Evangelium. E, al di là del disbrigo delle situazioni correnti, ne consegue che anche il prelato non può più essere insignito dell’ordine episcopale. Papa Francesco ha preso questa decisione con un motu proprio, «Ad Charisma Tuendum» (Per la tutela del carisma), pubblicato nei giorni scorsi, ma in vigore dal 4 agosto.

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