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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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    Padre Hamel fu vittima di un assassinio pianificato

    Maurice Page - cath.fr / Red

    L'assassinio di padre Jacques Hamel il 26 luglio 2016 a Saint-Étienne-du-Rouvray non fu il risultato di un atto isolato di due giovani fanatici, bensì il compimento di un piano terroristico organizzato in Siria. È questa la conclusione del dossier d'inchiesta delle autorità francesi, diffuso lo scorso 7 luglio 2021 dal settimanale francese La Vie.

    Quasi cinque anni fa, il 26 luglio 2016, padre Jacques Hamel veniva aggredito e ucciso da due terroristi, Adel Kermiche e Abdel-Malik Petitjean, mentre stava celebrando la messa nella chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray, nella regione della Seine-Maritime. Ora che l'inchiesta è ormai chiusa, il settimanale La Vie rende conto delle indagini che hanno portato a escludere la teoria dei 'lupi solitari'. I due terroristi, infatti, hanno messo in atto con precisione le istruzioni provenienti dalla Siria e più precisamente da un uomo: il francese Rachid Kassim. È stato lui a chiedere ai due assassini di compiere un attentato in una chiesa.

    Negligenze nel sistema giudiziario francese?

    Il settimanale ha pubblicato anche dei documenti investigativi in cui si possono leggere gli scambi ricostruiti tra il 'promotore' dell'attacco, Rachid Kassim, e Abdel-Malik Petitjean, uno dei due terroristi. Parole agghiaccianti: "Si prende un coltello, si va in una chiesa, si fa una carneficina, si tagliano anche due tre teste: è bene, è finita".

    Secondo l'avvocato Me Mouhou, che rappresenta il signor Guy Coponet (parrocchiano gravemente ferito nell'attentato), l'omicidio di padre Hamel avrebbe potuto essere evitato. Mouhou denuncia al settimanale una "doppia colpa - dell'autorità giudiziaria e dei servizi d'informazione - e vari errori di valutazione che sono stati fatali". "L'analisi del dossier, così come i colloqui con i membri dei servizi segreti, confermano questa evidenza: Adel Kermiche non avrebbe mai dovuto essere in libertà senza essere oggetto di una sorveglianza rafforzata (…). Invece, nessuna iniziativa ha fermato il meccanismo mortale messo in moto da Kermiche con il suo complice Abdel-Malik Petitjean sotto la guida di Rachid Kassim". L'autorità giudiziaria, sostiene il giornale, ha la sua parte di responsabilità nell'aver sottovalutato la pericolosità dello stesso Kermiche.

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