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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Il vescovo Alain alla guida del pellegrinaggio in Terra Santa

    Ticinesi in Terra Santa: la settima tappa del pellegrinaggio

    Continua il pellegrinaggio ticinese in Terra Santa con il vescovo Alain. Contrariamente al precetto biblico di riposarsi il settimo giorno, anche questa mattina abbiamo fatto una levataccia e siamo corsi alla Basilica della Resurrezione che custodisce i luoghi della crocifissione, deposizione, sepoltura e resurrezione di Gesù. La Basilica stessa è custodita dalle diverse confessioni cristiane in maniera ecumenica. Una scaletta di legno dimenticata sulla facciata della Basilica in alto a destra ci ricorda il delicato equilibrio e che nessuna modifica può essere arrecata allo Status Quo dei Luoghi Santi.

    Approfittando delle poche persone presenti, ci siamo diretti al Golgota, ovvero il luogo della crocifissione di Gesù. È stato molto emozionante poter toccare con mano la roccia su cui secondo la tradizione poggiava la croce. Siamo poi scesi alla grotta di S. Anna. Questo luogo in origine costituiva la discarica delle croci; S. Anna identificò la croce di Gesù dalla quale sono state ricavate le schegge (le reliquie) che si trovano in ogni chiesa parrocchiale.

    Qui sua eccellenza il Vescovo Alain ha presieduto la Santa Messa in favore delle vittime della guerra in Ucraina, delle guerre di cui non parlano i giornali e del terremoto in Turchia e Siria.

    Finita la messa ci siamo diretti verso il Santo Sepolcro e dopo un’attesa preparatoria, (a detta di nostra figlia Alena, un vero calvario) abbiamo potuto toccare con mano la pietra che ha accolto il corpo di Gesù dopo la sua morte. Questo è il luogo che più rappresenta la fede cristiana, ovvero quello della morte, sepoltura e resurrezione di nostro signore: noi cristiani visitiamo e veneriamo un luogo vuoto, perché il Signore ha vinto la morte, è risorto ed è sempre con noi.

    Terminato questo profondo momento di spiritualità, ci siamo lanciati nella discesa verso la chiesa di S. Anna che ha la particolarità di essere  spoglia e disadorna di decorazioni (che sono sostituite  dai fedeli che con la loro vita rappresentano la vera Gloria del Signore). Qui abbiamo cantato il Salve Regina, approfittando della straordinaria acustica.

    Usciti dalla Chiesa abbiamo conosciuto il luogo dove avvenne il miracolo del paralitico, la piscina di Betzaida (Gv 5,2-18); poi abbiamo raggiunto la Chiesa della Flagellazione da dove abbiamo cominciato la Via Crucis che attraverso la Via Dolorosa fino alla Basilica della Resurrezione.

    Contrariamente alle Vie Crucis a cui siamo abituati, questa si inerpica lungo un percorso caotico fatto di negozi e gente. È difficile concentrarsi e seguirla ed è ancora più difficile immaginarsi Gesù che sale per le viuzze di Gerusalemme solo, percosso e schernito da tutti.

    Ci suamo poi recati al Notre Dame di Gerusalemme per il pranzo e poi il pomeriggio  libero per girare tra le viuzze del mercato. 

    Malgrado la lunga attesa e la grande stanchezza, la visita all’interno del Sacro Sepolcro è stata molto emozionante, seppur di breve durata rispetto alla lunga fila di gente per poter entrare. (Alena)

    Greta e Alberto con la figlia Alena

    Leggi: le altre tappe del pellegrinaggio e la catechesi da Gerusalemme del vescovo Alain

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